Finanza neutrale: differenze tra le versioni

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In [[economia]] si definisce '''finanza neutrale''' quel tipo di [[finanza]] a cui sono attribuiti esclusivamente fini di mantenimento dell'apparato statale.
 
La '''finanza neutrale''' fu elaborata dai classici, economisti delladi fine del XVIII secolo inizio XIX secolo. Essi, formularono questa teoria che aveva una nuova concezione di economia (rispetto alla fisiocrazia e al mercantilismo, correnti antecedenti a questa). La teoria sosteneva che il mercato era in grado di autoregolarsi e di garantire la massima occupazione, esentando quindi lo stato da qualsiasi tipo di intervento economico e limitandolo alle sole funzioni istituzionali. Questa neutralità finanziaria era sostenuta dalla scuola classica anglosassone negli [[anni 1940|anni '40]] e suggeriva che i pubblici poteri non interferissero nell'economia in quanto si supponeva che i problemi di carattere economico-sociali trovassero soluzioni in modo neutrale (naturale) dato il perfetto equilibrio garantito dalla [[legge della domanda e dell'offerta]]. La teoria si fondava sulla legge di Say, il quale sosteneva che l’offerta è uguale alla domanda, dato che ogni offerta riesce a trovare sbocco in una domanda. La conseguenza logica era quella di uno stato che doveva sempre avere un bilancio in pareggio, perché un avanzo avrebbe voluto significare un cattivo ruolo dello stato nel garantire le funzioni istituzionali, mentre un disavanzo significava che lo stato era intervenuto troppo in economia e che quindi non si era limitato alle sole funzioni istituzionali, causando in entrambi i casi il malcontento della popola-zione.
 
==Voci correlate==