Decisionismo: differenze tra le versioni

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Il filosofo [[Carl Schmitt]], per teorizzare il decisionismo nella sua opera ''Il guardiano della costituzione'', prende le mosse dall'articolo 48 della Costituzione della [[Repubblica di Weimar]], che prevedeva l'attribuzione di poteri eccezionali al Presidente del Reich (cioè, il Presidente della Repubblica di Weimar).
 
Questa forma di ''[[dittatura]] costituzionale'' destinata a emergere durante lo ''stato d'eccezione'' - cioè durante una [[guerra]], una [[rivoluzione]] o crisi simili - secondo Schmitt evidenzia la vera essenza del diritto, alla base del quale ci sarebbe una decisione d'imperio posta da chi, a un certo punto, si trova ''effettivamente'' in condizione di imporla. È questa decisione originaria, incondizionata e arbitraria perché fondata sostanzialmente sulla forza, a raccordare la [[Società (sociologia)|società]] col [[diritto]]. Passato lo ''stato d'eccezione'', l'energia fondatrice si ''istituzionalizza'' formalmente, il sovrano si eclissa e dal caos si passa di nuovo all'ordine, fino alla successiva ''crisi''.
 
In Italia ha studiato a fondo il pensiero di Carl Schmitt [[Gianfranco Miglio]], scienziato della politica, già [[preside]] della [[facoltà_universitaria|facoltà]] di [[Scienze politiche]] dell'[[Università cattolica]] di [[Milano]] dal 1959 al 1988.
 
 
In Italia ha studiato a fondo il pensiero di Carl Schmitt [[Gianfranco Miglio]], scienziato della politica, già [[preside]] della [[facoltà_universitariafacoltà universitaria|facoltà]] di [[Scienze politiche]] dell'[[Università cattolica]] di [[Milano]] dal 1959 al 1988.
 
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