Kleśa: differenze tra le versioni

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E' essenziale infatti comprendere come in questo caso l'intenzione non fosse quella di formulare una semplice teoria o speculazione filosofica: in oriente infatti la filosofia è sempre stata considerata un mezzo per indagare i profondi problemi dell'esistenza e soprattutto fornire i mezzi necessari per risolverli; qualunque costruzione intelletuale che non adempia a questo scopo viene generalmente ritenuta priva di valore. Lo Yoga al contrario viene considerata una '''scienza pratica''', le cui conclusioni si basano sull'esperienza diretta di generazioni di ''rishi'' e sull'osservazione diretta dei fatti della vita.
 
"La mancanza di consapevolezza della realtà (''[[avidya]]''), il senso dell'[[egoismo]], o senso dell'io-sono (''[[asmita]]''), le attrazioni e le repulsioni verso gli oggetti ed il forte attaccamento alla vita costituiscnono le grandi afflizioni (''kleśa'') o cause di tutte le miserie della vita". ([[Yoga Sutra]], II-3)
 
Nella seconda ''pada'' (capitolo, sezione) degli ''Yoga Sutra'' viene esposta sistematicamente la teoria dei ''kleśa'': la causa fondamentale di tali miserie è la ''avidya'', l'ignoranza nella sua più profonda accezione, che ci porta ad identificare il conoscente con il conosciuto, il Sé con l'io o, in altre parole, la Coscienza con il suo veicolo, il corpo. La ''avidya'' viene dissolta a poco a poco grazie allo sviluppo di ''[[viveka]]'' (discriminazione), attraverso le pratiche dello Yoga.