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=== Velella ===
La costruzione dell’unità presso i CRDA di Monfalcone ebbe inizio nel 1931<ref>http://www.velella.it/italian/layout.html</ref>, ma l’impostazione formale (dopo l’acquisto da parte della Regia Marina) avvenne nel settembre 1935<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Fu varato il 18 dicembre 1936 ed entrò in servizio il 1° settembre 1937<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Assegnato alla 42° Squadriglia Sommergibili di [[Taranto]], fu poi trasferito a [[Lero]], Taranto e [[Massaua]] fra l’ottobre ed il dicembre 1938; nella primavera 1940 tornò in Mediterraneo entrando a far parte della 14° Squadriglia Sommergibili con base a [[La Spezia]]<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. La sua prima missione di guerra dovette essere interrotta per guasti all’apparato motore, che comportarono due mesi di lavori<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Dopo alcuni lavori di modifica fu inviato in Atlantico partendo da La Spezia il 25 novembre 1940 e passando lo stretto di Gibilterra il 1° dicembre con molte difficoltà (due attacchi di cacciatorpediniere britannici ed inoltre perdite di quota fino a 130 metri di profondità, dovute alle correnti); mandato poi alla ricerca di un convoglio ma colto da guasti meccanici<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', p. 460-461</ref>, giunse a [[Bordeaux]] il 25 dicembre 1940<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Effettuò quattro missioni in Atlantico e nel giugno 1941 ritenne di aver silurato e affondato un [[piroscafo]] di 3200 tsl ed una [[petroliera|nave cisterna]] di 7000 tsl, tuttavia non esistono conferme<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Si decise poi di far rientrare in Mediterraneo parte dei sommergibili e fra questi il ''Velella'': nella notte del 24-25 agosto passò lo stretto e il 29 raggiunse [[Cagliari]]<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Fra il 3 febbraio ed il 17 marzo 1942 fu assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Effettuò poi missioni offensive a sud di Capo Palos (aprile 1942), a sud delle Baleari (giugno 1942), al largo della Tunisia (luglio 1942) e a est dell’isola Galite (agosto 1942), ancora a sud delle Baleari (settembre 1942), al largo di Philippeville e Bona (novembre 1942) e a nord di Cap de Fer (aprile 1943)<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Nel luglio 1943 fu mandato a contrastare lo sbarco alleato in Sicilia; attaccato da un velivolo, lo obbligò a ritirarsi e forse lo danneggiò, ma dovette ugualmente rientrare a causa di problemi meccanici (sulla rotta di ritorno trasse in salvo cinque membri dell’equipaggio di un aerosilurante italiano abbattuto)<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>.
Il Velella detiene il triste primato di essere stato l’ultimo sommergibile italiano perduto nella guerra contro gli Alleati: difatti verso le otto di sera del 7 settembre 1943, un giorno prima della dichiarazione dell’armistizio, mentre si trovava al largo di punta Licosa per contrastare il prossimo sbarco alleato a Salerno, fu silurato dal sommergibile HMS Shakespeare e affondò in pochi istanti in posizione 40°15’ N e 14°30’ E<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>. Tutto l’equipaggio (il comandante t.v. Mario Patanè, 5 altri ufficiali e 44 fra sottufficiali e marinai) scomparve con il sommergibile<ref>http://www.sommergibili.com/velella.htm</ref>.