Macalda di Scaletta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 54:
===Macalda nelle cronache aragonesi===
[[File:Beatrix karlove.jpg|thumb|280px|[[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]]]]
Varie sono le sfumature della figura di Macalda nelle fonti coeve: [[Bartolomeo di Neocastro]], nella sua ''[[Historia Sicula]]'', si mostra a lei particolarmente avverso, ispirato da evidenti motivi politici: dopo il successo della rivolta [[ghibellini|ghibellina]] del Vespro, pur essendosi schierata con i vincitori, «Macalda rappresenta i nobili siciliani di [[Guelfi|tradizione guelfa]] che si erano espressi nella ''[[Communitas Siciliae|Comunitas Siciliae]]''»<ref name="Fiume176"/>, un effimero esperimento politico di autonomismo che aveva preceduto l'avvento aragonese. Tuttavia c'è chi crede che questo non sia sufficiente a giustificare l'astio del cronista, la cui narrazione su Macalda diventa «particolarmente velenosa, al punto di giustificare il sospetto che l'austero e dotto storico messinese sia stato una delle vittime del fascino della donna»<ref name="Fiume175">Marinella Fiume, ''Siciliane. Dizionario biografico'', E. Romeo, 2006 ISBN 9788874280575 (p. 175)</ref>.
 
Varie sono le sfumature dellache la figura di Macalda assume nelle fonti coeve: [[Bartolomeo di Neocastro]], nella sua ''[[Historia Sicula]]'', si mostra a lei particolarmente avverso, ispirato da evidenti motivi politici: dopo il successo della rivolta [[ghibellini|ghibellina]] del Vespro, pur essendosi schierata con i vincitori, «Macalda rappresenta i nobili siciliani di [[Guelfi|tradizione guelfa]] che si erano espressi nella ''[[Communitas Siciliae|Comunitas Siciliae]]''»<ref name="Fiume176"/>, un effimero esperimento politico di autonomismo che aveva preceduto l'avvento aragonese. Tuttavia, c'è chi crede che questo non sia sufficientebasti a giustificare l'astio del cronista, la cui narrazione su Macalda diventa «particolarmente velenosa, al punto di giustificare il sospetto che l'austero e dotto storico messinese sia stato una delle vittime del fascino della donna»<ref name="Fiume175">Marinella Fiume, ''Siciliane. Dizionario biografico'', E. Romeo, 2006 ISBN 9788874280575 (p. 175)</ref>.
[[Bernat Desclot]], [[cronista]] [[Catalogna|catalano]]<ref name="TreccaniDesclot">[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/D/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_D_019761.xml Desclot (dësklòt), Bernat], da ''[[Enciclopedia biografica universale]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], (on line)</ref> a lei contemporaneo, pur uomo di parte [[corona d'Aragona|aragonese]], si esprime sulla sua figura con toni più favorevoli. Al capitolo 96 della sua ''[[Crònica de Bernat Desclot|Crònica del Rey en Pere]]''<ref name="DesclotXCVI">{{ca}} ''[http://www.lluisvives.com/servlet/SirveObras/jlv/12142747518921506765213/p0000003.htm#I_102_ Crònica del Rey en Pere e dels seus antecessors passats] per [[Bernat Desclot]]'', ab un prefaci sobre'ls cronistas catalans per Joseph Coroleu, Cap. <small>XCVI</small>, Edició 1885</ref> la definisce «molto bella e gentile, e valente nel cuore e nel corpo, generosa nel donare e, a tempo e luogo, valorosa nelle armi al par d'un cavaliere»<ref name="Amico458"/>.
 
[[Bernat Desclot]], [[cronista]] [[Catalogna|catalano]]<ref name="TreccaniDesclot">[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/D/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_D_019761.xml Desclot (dësklòt), Bernat], da ''[[Enciclopedia biografica universale]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], (on line)</ref> a lei contemporaneo, pur uomo di parte [[corona d'Aragona|aragonese]], si esprime sulla sua figura con toni più favorevoli. Al capitolo 96 della sua ''[[Crònica de Bernat Desclot|Crònica del Rey en Pere]]''<ref name="DesclotXCVI">{{ca}} ''[http://www.lluisvives.com/servlet/SirveObras/jlv/12142747518921506765213/p0000003.htm#I_102_ Crònica del Rey en Pere e dels seus antecessors passats] per [[Bernat Desclot]]'', ab un prefaci sobre'ls cronistas catalans per Joseph Coroleu, Cap. <small>XCVI</small>, Edició 1885</ref> egli la definisce «molto bella e gentile, e valente nel cuore e nel corpo, generosa nel donare e, a tempo e luogo, valorosa nelle armi al par d'un cavaliere»<ref name="Amico458"/>.
È stato finemente notato come Desclot, in questo passo, abbia leggermente corretto il tiro rispetto a una precedente versione della sua ''Crònica'', operando una sottile [[autocensura]] a fini di [[propaganda|propagandistica]]: in una prima stesura, infatti, Macalda era definita ''leyal'' (leale); poi, dopo la caduta in rovina della donna per il suo presunto complottismo, quell'attributo non era, evidentemente, più utilizzabile in maniera neutra, e fu quindi sostituito con «bella»<ref>[[Ferran Soldevila|Ferran Soldevila i Zubiburu]], ''[[Pietro II d'Aragona|Pere II el Gran]]: el desafiament amb [[Carlo I d'Angiò|Carles d'Anjou]]'', [[Estudis Universitaris Catalans]], IX (1915-1916). Monografia pubblicata in ritardo, con separata tiratura, il 1919, dopo la [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] (ora in: Ferran Soldevila i Zubiburu, ''El desafiament de Pere el Gran amb Carles d'Anjou'', Barcelona, 1960)</ref>
 
È stato finemente notato come Desclot, in questo passo, abbia leggermente corretto il tiro rispetto a una precedente versione della sua ''Crònica'', operando una sorta di sottile [[autocensura]] a fini di [[propaganda|propagandistica]]: in una prima stesura, infatti, Macalda era definita ''leyal'' (leale); poi, dopo la caduta in rovina dellala donna per il suo presunto complottismo, quell'attributo non era, evidentemente, più utilizzabile in maniera neutra, e fu quindi sostituito con «bella»<ref>[[Ferran Soldevila|Ferran Soldevila i Zubiburu]], ''[[Pietro II d'Aragona|Pere II el Gran]]: el desafiament amb [[Carlo I d'Angiò|Carles d'Anjou]]'', [[Estudis Universitaris Catalans]], IX (1915-1916). Monografia pubblicata in ritardo, con separata tiratura, il 1919, dopo la [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] (ora in: Ferran Soldevila i Zubiburu, ''El desafiament de Pere el Gran amb Carles d'Anjou'', Barcelona, 1960)</ref>
 
====Virtù militari di Macalda====
Sulle virtù militari della donna, sottolineate da [[Bernat Desclot|Desclot]], e sul suo portamento marziale, la [[tradizione (filologia)|tradizione]] su Macalda è concorde.
Anche altriAltri autori, anche quando non ispirati da una pari benevolenza, se non addirittura animati da aperta ostilità, convergono nel definirla valorosa nelle armi e capace di districarsi con eroico coraggio tra i pericoli della guerra<ref name="Amico458">[[Vito Maria Amico|Vito Amico]], ''Dizionario topografico della Sicilia'', Volume 2, tradotto dal [[lingua latina|latino]] da Gioacchino Di Marzo, Ed. Salvatore di Marzo, 1859 (Nota del curatore, p. 458)</ref>.
 
===Il primo matrimonio con Guglielmo d'Amico===
La giovanissima Macalda fu presa in moglie da [[Guglielmo Amico]], già [[barone]] di [[Ficarra]], poi spogliato dei beni ed esule al tempo degli Svevi<ref name="Amari174"/>, il quale inutilmente sperava, conche queste suele seconde nozze, gli permettessero di rientrare in possesso del feudo perduto di Ficarra.
 
Le sue speranze si rivelarono però mal riposte: Guglielmo Amico cadde in disgrazia e concluse la sua esistenza ridotto in povertà. La vedova Macalda, senzanon rimpianti,ebbe rimorsi: abbandonò senza rimpianti il marito morente nell'Ospedale dei [[Templari]], e si mise a vagare a lungo in abito di [[frate minore]], soggiornando in varie provincie tra [[Messina]] a [[Napoli]], ed esibendo un contegno non impeccabile<ref name="Amari174">[[Michele Amari]], ''La guerra del vespro siciliano o Un periodo delle istorie siciliane del secolo XIII'', Volume 1, Tipografia Helvetica, 1845 (p. 174)</ref>. A Napoli, in particolare, intrecciòavrebbe intrecciato una relazione di natura [[incesto|incestuosa]] con un suo parente. Tornata a Messina si infilò non riconosciuta in casa di un altro parente, con il quale impegnò una nuova relazione sessuale al limite dell'[[incesto]].
 
Quindi, per volere di [[Carlo I d'Angiò|Re Carlo]], Macalda fu confermata nel possesso dei beni del marito morto.