Jaroslav Seifert: differenze tra le versioni
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Nel 1929 Seifert era fra i sei noti scrittori e poeti che avevano rifiutato di seguire la linea “Moskow” di [[Klement Gottwald]] - opposizione sistematica alla legittimità della Repubblica Cecoslovacca. Negli anni, Seifert aveva sviluppato un atteggiamento critico verso il socialismo e la sua chiamata nell'Unione Sovietica non ha aumentato il suo entusiasmo circa il comunismo. Nel 1929 fu espulso dal Partito. Anche questa sarà una rottura irreversibile. Il poeta si rende forse conto che non sono i grandi sommovimenti sociali a dare all'uomo la felicità cui aspira e dal cui desiderio muove la sua prima poesia; compare anche una certa tendenza a ricreare nella figura del poeta un'unità, o forse meglio un equilibrio, tra vita, passioni e mondo. E in questo anno, con la raccolta ''Poštovnĺ holub (''Il piccione viaggiatore''), inizia a separare la sua strada da quella dell'avanguardia poetista.
Dopo
Un certo numero di poemi trattano dell'amore - oggetto dominante in ''Ruce Venušiny'' (1936, ''La mano di Venere''). Seifert si avvicinò ideologicamente ai Social Democratici, che avevano lavorato all'interno della democrazia parlamentare. Inoltre come poeta Seifert visse un processo del rinnovamento: cercò l'ispirazione dalla tradizione poetica ceca, evocante una figura quasi mitologica della madre, ritratta nelle esperienze di vita di tutti i giorni. Nel 1938 apparve il testo quasi profetico di Seifert, ''Zhasnete svetla'' (''Spegnete le luc''i), dopo il tradimento della Cecoslovacchia a [[Monaco di Baviera]]. La poesia che dà il titolo alla raccolta, che tratta la minaccia Nazista che pende sopra Praga, è una delle più famose.
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