Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: Standardizzazione stile delle date
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
Il '''Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] chiamato anche ''Nachschlagewerk der Ortsnamen Oberetschs (Südtirol)'') è l’elenco ufficiale dei 16.735 toponimi dell’[[Alto Adige]] redatto dal [[senatore|sen.]] [[Ettore Tolomei]] ([[1865]]-[[1952]]) e ufficialmente adottato dallo Stato italiano il [[29 marzo]] [[1923]]. L'opera, iniziata nel [[1909]], fu pubblicata dalla ''Reale Società Geografica Italiana'' la prima volta nel [[1916]] e non è più stata ripubblicata dopo il [[1935]].
 
Il Prontuario viene spesso presentato come prodotto dell’era [[fascismo|fascista]]. In realtà è il frutto dello spirito [[irredentismo|irredentista]] e [[nazionalismo|nazionalista]] italiano che preludeva alla svolta totalitaria. L'opera era stato iniziata anteriormente alla [[prima guerra mondiale]], e fu portata a termine prima che il fascismo andasse al potere ([[1922]]). Tuttavia fu solo il governo fascista ad ufficializzare ed imporre nel [[1923]] la toponomastica di Tolomei, fino allora non presa sul serio né dalla comunità scientifica né dai governo liberali italiani, vietando al contempo quelle tedesca e ladina. Ci sono pertanto notevoli parallele con l'[[italianizzazione dei toponimi dei comuni in Valle d'Aosta]], anche se quest'ultimi sono stati riportati, dopo la liberazione del [[9451945]] alle loro forme originarie, cosa che non avvenne invece in provincia di Bolzano.
 
Come nel caso aostano, comunque, l'intento del Tolomei non era di natura storica o linguistica, ma chiaramente d'indole politica, volendo egli infatti ''apparecchiare una completa nomenclatura italiana'' (Pront. 7) e imprimendo ''fino all'ultimo casolare, il sigillo perenne del nazionale dominio'' (Pront. 5), per sottolineare la rivendicazione dei diritti italiani alla regione.<ref>Kramer 2003/04, p. 282.</ref>