Identikit: differenze tra le versioni

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Questa tecnica cominciò ad essere usata negli [[anni 1950|anni cinquanta]] e in tale periodo le polizie si avvalevano di esperti ritrattisti che disegnavano le sembianze dei volti sulla base delle sole testimonianze orali, cercando di essere più verosimili possibile.
 
Successivamente la [[Smith & Wesson]], maggior azienda [[Stati Uniti d'America|statunitense]] produttrice di armi da fuoco, sviluppò un sistema consistente in una serie di circa duemila fogli di [[Triacetato di cellulosa|acetato]] proiettabili con una lavagna luminosa, ciascuno dei quali conteneva una sola variante di un elemento del viso (naso, occhi, labbra, mento, fronte, capigliatura, orecchie) o di un elemento accessorio (occhiali, barba, baffi, cicatrici). La sovrapposizione di ciascun foglio dava origine alla ricostruzione di un ritratto approssimativo della persona da identificare. Questo sistema venne brevettato come ''Smith & Wesson's Identikit'', da cui il nome che, solo in Italia, ha finito con l'indicare l'intera procedura e, per estensione, anche le ricostruzioni che vengono poi diffuse dalla polizia.
 
Nei paesi di lingua inglese, ad esempio, ci si riferisce infatti a queste ultime come a "''facial composite''", mentre in [[lingua tedesca]] si parla di "''phantombild''" e in [[lingua francese|francese]] di "''portrait-robot''".