Francesco Conti (pittore): differenze tra le versioni

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Formatosi a Firenze nella cerchia di [[Simone Pignoni]], si trasferì poi a [[Roma]] come allievo, fino al [[17001705]] di [[Giovanni Maria Morandi]] e [[Carlo Maratta]]. Tutta la sua vita artistica è caratterizzata dall'assidua presenza dei marchesi [[Riccardi]], che lo sostennero e lo stipendiarono per tutta la vita, commissionandogli numerose opere.
 
Fra le prime tele del pittore le tre virtù della ''Fama'', la ''Fede'' e la ''Pace'', realizzate intorno al [[1709]] per il casino dei Riccardi a [[palazzo di Valfonda|Gualfonda]], dopo le quali, con la sola eccezione di alcuni ritratti, si specializzò quasi esclusivamente in soggetti sacri.
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In seguito la sua vena luministica si placa verso un'illuminazione più diffusa e convenzionale, come nel dipinto dei ''Santi Anna, Giuseppe e Gioacchino in Sant'Agostino'' a [[Cortona]] ([[1745]]). Più tarda ancora è la sua attività a [[Pisa]], dove restano un ''San Domenico in prigione che conversa col vescovo di Jaén'' e la ''Morte di San Giuseppe'', quest'ultimo iniziato nel [[1760]] e lasciato incompiuto dopo la sua morte, fu terminato da [[Ignazio Hugford]].
 
Bibliografia essenziale sull'autore:
 
F. Berti, "Francesco Conti", Firenze, 2010.
 
F. Berti, "Dopo la mostra di Palazzo Medici Riccardi. Nuove considerazioni sui marchesi Riccardi e sul pittore Francesco Conti", in 'Paragone', LVII (2006), 67, pp. 82-87.
 
F. Berti, "Francesco Conti e il compianto su Cristo morto di Budapest", in 'Bulletin du Musée hongrois des Beaux-Arts', 102-103 (2005), pp. 113-119.
 
F. Berti, "Francesco Conti artista dei Marchesi Riccardi", in "Stanze segrete. Gli artisti dei Riccardi", cat. della mostra, Firenze, 2005, pp. 137-156.
 
F. Berti, "Il recupero della tradizione fiorentina nella pittura di Francesco Conti", in 'Paragone', XLIX (1998), 19, pp. 30-42.
 
S. Meloni Trkulja, "Francesco Conti illustrato", in 'Arte Cristiana', 707 (1985), pp. 83-98.
 
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