Eurocomunismo: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Enricoberlinguer.jpg|thumb|150px|[[Enrico Berlinguer]]]]
 
Con '''eurocomunismo''' si indica il progetto politico-ideologico di un [[marxismo]] intermedio al [[leninismo]] e al [[socialismo]] anticomunista. Fu un progetto che dal [[1976]] coinvolse i tre partiti comunisti (escludendo quello russo) più grandi d'[[Europa]]: [[Partito Comunista Italiano]], [[Partito Comunista Francese]] e [[Partito Comunista di Spagna]]. Ebbe anche l'appoggio del [[Partito Comunista della Gran Bretagna]].
 
== Premesse ==
Intorno alla metà degli anni Settanta era evidente come PCI, PCF e PCE fossero prossimi al potere. Questo implicava modifiche ideologiche talmente profonde da incontrare la diffidenza del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|PCUS]], al quale tutti i partiti comunisti filo-sovietici dovevano riservare una certa supremazia nell'elaborazione delle delle linee politiche. Non a caso dall'[[autunno]] [[1974]] si cercò di lavorare una conferenza dei partiti comunisti europei (poi svoltasi a [[Berlino]] il 29-[[30 giugno]] 1976) dove il PCUS sperava di riaffermare la propria supremazia anche in Occidente, mentre i comunisti occidentali intendevano affiancare alla supremazia rinosciuta al PCUS, il proprio diritto di elaborare delle proprie «vie nazionali» al socialismo.
 
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Intanto nel [[1975]] si rafforzano i legami eurocomunisti con gli incontri bilaterali PCI-PCE (9-[[11 luglio]]) e PCI-PCF ([[15 novembre]]).
 
== La conferenza di Berlino ==
La conferenza di Berlino sembrava che non avrebbe avuto mai luogo, stando le difficoltà, ma alla fine fu trovato un accordo di compromesso su un documento sottoscritto da tutti i 29 partiti comunisti e operai d'Europa. Nel suo discorso alla conferenza, [[Enrico Berlinguer]], segretario generale del PCI, chiarì come fosse «assai significativo che alcuni altri partiti comunisti e operai dell'Europa occidentale siano pervenuti, attraverso una loro autonoma ricerca, a elaborazioni analoghe circa la via da seguire per giungere al socialismo e circa i caratteri della società socialista da costruire nei loro paesi. Queste convergenze e questi tratti comuni si sono espressi recentemente nelle dichiarazioni che abbiamo concordato con i compagni del Partito Comunista di Spagna, del Partito Comunista Francese, del Partito Comunista di Gran Bretagna. È a queste elaborazioni e ricerche di tipo nuovo che taluni danno il nome di "eurocomunismo". Questo termine non è evidentemente di nostro conio, ma il fatto stesso che esso circoli così largamente sta a significare quanto profonda ed estesa sia l'aspirazione che nei paesi dell'Europa occidentale si affermino e avanzino soluzioni di tipo nuovo nella trasformazione della società in senso socialista».
 
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Per i critici invece questa "svolta" fu un mero tatticismo per ampliare il proprio consenso popolare nei confronti soprattutto dei lavoratori appartenenti al [[ceto medio]] ed occupati nel [[pubblico impiego]], dei [[nuovi movimenti sociali]], come il [[femminismo]] e l'ecologismo.
 
== Le realtà nazionali ==
 
Fu soprattutto nei partiti comunisti con un grande radicamento nel tessuto sociale, come il [[Partito Comunista Italiano]] ed il [[Partito Comunista Francese]], che le idee eurocomuniste si affermarono rapidamente, mentre quelli più piccoli o con un ruolo marginale nelle rispettive compagini sociali mantennero più o meno la tradizionale linea di dipendenza da Mosca.
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Le idee eurocomuniste si diffusero anche, in una certa misura, fuori dal continente, influenzando, ad esempio il [[Movimento Venezuelano per il Socialismo]], il [[Partito Comunista Giapponese]], il [[Partito Comunista Messicano]] ed il [[Partito Comunista Australiano]].
 
== I motivi del cambiamento ==
 
Se è vero che l'eurocomunismo fu il punto d'arrivo dell'evoluzione di molti partiti europei, è vero anche che i percorsi seguiti furono diversi. In qualche caso l'impulso venne da movimenti della società civile, come, ad esempio, il femminismo, in altri fu una reazione agli avvenimenti in Unione Sovietica, che in quegli anni si trovava nel pieno di quella che [[Michail Gorbačëv]] definirà in seguito come [[Storia dell'Unione Sovietica (1953-1985)#L'era di Brežnev|era della stagnazione brežneviana]]. Il processo ebbe un'accelerazione decisiva nel [[1968]] con la scioccante repressione della [[Primavera di Praga]].
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L'era della [[distensione]] fra i blocchi ha avuto un ruolo importante. Infatti la diminuzione del rischio di un nuovo conflitto mondiale consentì ai partiti comunisti dei paesi occidentali di sentirsi meno vincolati a seguire l'ortodossia sovietica, e di dedicarsi, invece, con maggior impegno alla militanza nelle battaglie civili in difesa dei diritti del [[proletariato]], come avvenne in [[Italia]], con l'[[autunno caldo]], e in [[Inghilterra]] con il cosiddetto ''[[shop stewards' movement]]''.
 
== Le tappe dell'eurocomunismo ==
Ma l'eurocomunismo fu, in molti casi, soltanto una tappa verso un'ulteriore evoluzione. Gli italiani, con la trasformazione del Partito Comunista Italiano nel nuovo [[Partito Democratico della Sinistra]] si spostarono su posizioni vicine alla [[socialdemocrazia]], altri, come ad esempio gli Olandesi, confluirono nel movimento dei [[Verdi]], mentre i Francesi, seguendo la direzione opposta, negli [[anni 1980|anni ottanta]] tornarono su posizioni filo-sovietiche.
 
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Prima che la fine della [[Guerra fredda]] mettesse sulla difensiva quasi tutti i partiti della [[sinistra (politica)|sinistra]] europea e spostasse il dibattito politico sul tema delle riforme [[liberalismo|neoliberali]], molti partiti eurocomunisti subirono scissioni interne, con l'ala di destra (come i Democratici di Sinistra in Italia o l'[[Iniciativa per Catalunya]] in Spagna) che adottavano in modo convinto la linea [[socialismo democratico|socialdemocratica]], mentre la sinistra si sforzava di attestarsi su posizioni in qualche modo chiaramente identificabili come "comuniste" (come [[Rifondazione Comunista]] in Italia o il [[PSUC viu]]/[[Partito Comunista di Spagna]]).
 
== Critiche ==
Le critiche all'eurocomunismo sono state principalmente due:
 
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<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Comunismo]]
 
== Bibliografia ==
* Francesco C. Rossi, ''L'eurocomunismo e i democratici italiani'', in "Itinerari" nn. 226-230-agosto-dicembre 1976.
* Augusto Del Noce, ''L'eurocomunismo e l'Italia'', Editrice Europea Informazioni, Roma 1976.
* Massimo L. Salvadori, ''Storia dell'età contemporanea dalla restaurazione all'eurocomunismo'', Loescher, Torino 1976.
* Sergio Segre, ''A chi fa paura l'eurocomunismo?'', Guaraldi, Rimini-Firenze 1977.
* Francesco C. Rossi (a cura di), ''Dialoghi sull'eurocomunismo'', in "Itinerari", nn. 231-235, gennaio-maggio 1977.
* Bona Pozzoli, Emilio Renzi (a cura di), ''Eurosocialismo ed eurocomunismo. Lineamenti cronologici e bibliografici'', Feltrinelli, Milano 1977.
* Santiago Carrillo, ''L'eurocomunismo e lo stato'', Editori Riuniti, Roma 1977.
* Marco Cesarini Sforza, Enrico Nassi, ''L'eurocomunismo'', Biblioteca universale Rizzoli, Milano 1977.
* Achille Albonetti (a cura di), ''Gli Stati Uniti, l'Italia e l'eurocomunismo'', Circolo Stato e Libertà, Roma 1977.
* Fernando Claudin, ''Eurocomunismo e socialismo'', Alfani, Roma 1977.
* Cataldo Di Napoli, ''L'eurocomunismo tra storia e cronistoria'', Edizioni paoline, Alba 1977.
* Giorgio Lojacono, ''L'eurocomunismo'', Istituto padano di arti grafiche, Rovigo 1977.
* Giorgio Lojacono, ''Gramsci, nuove linee del P.C.I. ed eurocomunismo'', Istituto Padano di Arti Grafiche, Rovigo 1977.
* Flavio Capucci, ''La strategia dell'eurocomunismo. Sintesi del contributo del prof. Augusto Del Noce alla comprensione del pensiero gramsciano'', ICU, Roma 1977.
* Luigi Patrini (a cura di), ''Eurocomunismo e compromesso storico'', Centro sociale ambrosiano, 1977.
* Aldo Rizzo, ''La frontiera dell'eurocomunismo'', Roma-Bari, 1977.
* Bernando Valli, ''Gli eurocomunisti'', Bompiani, Milano 1977.
* Gino Bianco (a cura di), ''Eurocomunismo e socialismo democratico'', Pistoia-Roma, 1978.
* Paolo Filo della Torre, Edward Mortimer, Jonathan Story (a cura di), ''Eurocomunismo, mito o realta?'', A. Mondadori, Milano 1978.
* Antonio Spadafora (a cura di), ''Eurocomunismo: sfida all'Europa. Atti del Convegno di Lugano promosso dall'Unione Europea in Svizzera 26-27 novembre 1977'', Casagrande, Bellinzona 1978.
* Giovanni Bensi, ''Mosca e l'eurocomunismo'', La casa di Matriona, Milano 1978.
* Luigi Bonanate, ''Appunti sull'eurocomunismo'', Giappichelli, Torino 1978.
* Augusto Del Noce, ''Futuro prossimo? Ipotesi, giudizi, discussioni sull'eurocomunismo'', Cappelli, Bologna 1978.
* Michael A. Leden, ''Il complesso di Nerone. Dal fascismo all'eurocomunismo'', Editoriale nuova, Milano 1978.
* Arrigo Levi, ''L'eurocomunismo'', 1978.
* Vincenzo Merolle, ''Gramsci e l'eurocomunismo'', Bulzoni, Roma 1978.
* Luigi Rosa, ''È possibile una democrazia socialista? Su la teoria e la prassi dell'eurocomunismo del PCI'', Varese 1978.
* Massimo L. Salvadori, ''Eurocomunismo e socialismo sovietico. Problemi attuali del PCI e del movimento operaio'', G. Einaudi, Torino 1978.
* Fernando Arrabal, ''Lettera ai militanti comunisti spagnoli. Sogno e menzogna dell'eurocomunismo'', Pellicanolibri, Catania 1979.
* Paolo Bufalini, ''Eurocomunismo e distensione'', Sezione scuole di partito del PCI, Roma 1979.
* Detlev Albers, Josef Hindels, Lucio Lombardo Radice, O''tto Bauer und der "dritte" Weg. Die Wiederentdeckung des Austromarxismus durch Linkssozialisten und Eurokommunisten'', Campus, Frankfurt/M 1979.
* Enver Hoxha, ''L'eurocomunismo è anticomunismo'', 8 Nentori, Tirana 1980.
* Ernest Mandel, ''Critica dell'eurocomunismo'', A. Lalli, Poggibonsi 1981.
* ''Socialismo reale e terza via. Il dibattito sui fatti di Polonia nella riunione del Comitato centrale e della Commissione centrale di controllo del Pci, Roma, 11-13 gennaio 1982. I documenti sulla polemica con il Pcus'', Editori riuniti, Roma 1982.
* ''Eurocomunismo e partiti di sinistra in Europa'', Fondazione Feltrinelli, Milano 1983.
* Mauro Bruscagin, ''Ascesa e declino dell'eurocomunismo. Cause endogene ed esogene del fenomeno'', tesi di laurea, Universita del Sacro Cuore, Milano 1994.
* Michael R. Krätke, [http://www.spw.de/9706/otto_bauer.html Otto Bauer and the early "Third Way" to Socialism]
* Michelangela Di Giacomo, "Identità eurocomuniste: PCE e PCI negli anni '70", Tesi di laurea magistrale, Università degli studi di roma la sapienza, a.a. 2006/2007, rel. prof. roberto gualtieri
* Tommaso Nencioni, "Construcción y crisis de un proyecto hegemónico:El eurocomunismo en el PSUC, (1968-1981)", Univarsitat Autònoma de Barcelona, Curs 2007-2008, Treball d’investigació del doctorat en història social, política i cultural, Coordenador Profesor José Luís Martín Ramos
 
 
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