Piazza I Viceré: differenze tra le versioni

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Il progettista e direttore dei lavori, architetto Ivan Castrogiovanni, si è ispirato al [[XVII secolo|seicentesco]] acquedotto dei Benedettini, i cui ruderi furono demoliti negli [[Anni 1960|anni sessanta]] per consentire la realizzazione di un'edilizia intensiva.
 
L'assieme di piazza e parco occupa una superficie di oltre diecimila [[metri quadri]], per circa metà costituiti dalla piazza vera e propria. NegliNell' archi perimetraliarcheggiato e nei portali sono stati utilizzati sistemi costruttivi simili a quelli [[Architettura romana|romani]] e [[XVIII secolo|settecenteschi]] (ad esempio casserature in legno per realizzare le arcate con intradossi in pomici e lastre di [[piombo]] interposte tra i grossi conci in compressione). I materiali utilizzati sono stati la [[lava|pietra lavica]], di diverso colore (dal nero al rosso) e consistenza ( "occhio di pernice", "pelorosso" ), e il [[travertino]] latteo di [[Trani]]. La piazza è costituita da uno spazio nudo con pavimentazione di notevole effetto ottico, leggermente concava.
 
Nello spazio rimanente è situato un [[giardino]] con vialetti "a passi perduti", dotato di [[essenza (botanica)|essenze floreali]] quali il [[pinus pinaster|pino pinaster]], il [[cipresso]], il [[tiglio]], la [[quercia]], la [[Bignoniaceae|jacaranda]]. A ovest, a nord ed a sud, lungo il perimetro del complesso, sorgono tre portali in pietra lavica, scolpiti con motivi fogliari e volute che richiamano le facciate delle chiese di [[Catania#La città barocca|via Crociferi]] e dell'[[architettura]] settecentesca della [[provincia di Catania|provincia catanese]].