Bruno Catarzi: differenze tra le versioni

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==Biografia==
E’ nato a [[Signa]] il 5 gennaio [[1903]] in una modestissima casa, secondogenito di Agostino calzolaio e di Ida Berti trecciaiola.
*Nella sua prima adolescenza conobbe lo scultore [[Oreste Calzolari]], direttore della [[Manifattura di Signa]], il quale lo prese con sé per insegnargli il mestiere e avviandolo alla [[scultura]].
*Dotato di grande talento, ma privo di possibilità finanziarie per proseguire gli studi all’Accademia[[Accademia di [[Belle Arti di Firenze]], venne aiutato da alcuni compaesani che organizzarono una mostra delle sue opere e una sottoscrizione pubblica, grazie alla quale il giovane potè frequentare l’Accademia e diplomarsi con [[Domenico Trentacoste]], nel cui studio continuerà per un triennio il suo tirocinio artistico.
*Così educato, la sua arte rimase sempre fedele alla continuità della tradizione, ma allo stesso tempo aperta anche ad influssi di sintesi formale visibili nella sua scultura decorativa, mentre la classicità permaneva nei lavori per i concorsi e per la committenza pubblica.
*Nel [[1928]] sposò Margherita Fasolo con conseguente spostamento della sua attività da [[Signa]] a [[Firenze]]; la loro unione si interromperà alla fine del [[1933]] e, pur non procedendo ad una separazione legale, essi rimarranno separati per sempre. La moglie morirà nel [[1955]] e questo consentirà a Catarzi di contrarre nuovo matrimonio con la pittrice [[Mippia Fucini]], da anni sua vicina di casa e di studio.
*Un’altra attività che lo ebbe tra i massimi protagonisti è “l’arte della medaglia”, per la quale nel dopoguerra aveva fondato una scuola. Tra numerose medaglie ricorderemo quelle per [[Michelangelo]], [[Giorgio Vasari]], [[Galileo Galilei]], [[Renato Fucini]], [[Enrico Caruso]], [[Eva Peron]]; tre dedicate a granduchi medicei e ai pontefici, da [[Pio IX]] a [[Giovanni Paolo II]]; il medaglione-ritratto di [[Artemio Franchi]], collocato nel [[1984]] nello [[Stadio Comunale di Firenze]]. Ultima committenza, la medaglia per [[Giovanni Spadolini]] che, ingrandita, è nella lastra tombale dello statista al [[Cimitero delle Porte Sante]].
La sua attività espositiva, ragguardevole sia in italia che all’estero, enumera oltre centoventi collettive, tra le quali la quadriennale di Roma (1935), la Biennale di Venezia (1936), il Premio de Il Fiorino di Firenze (1959) oltre a numerose mostre e rassegne internazionali della Medaglia.
Insegnante negli anni Trenta alla [[Scuola d’Arte di Pistoia]] (tra gli allievi ebbe [[Agenore Fabbri]] e [[Jorio Vivarelli]]), tornò ad insegnare dal [[1963]] al ’73 [[all’Istituto d’Arte di Arezzo]].