Antioch Dmitrievič Kantemir: differenze tra le versioni

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Il padre, [[Dimitrie Cantemir]], (poi russificato in Kantemir) per due volte Principe di [[Moldavia]], (la prima nel [[1693]] e poi nel [[1710]]-[[1711|11]]) e alleato dello zar [[Pietro il Grande]], era uomo di vastissima cultura enciclopedica ed una delle personalità più erudite della [[Russia]] del suo tempo: scrittore, [[linguista]] e poliglotta, (conosceva undici lingue), [[storico]] e profondo conoscitore della [[Storia della Turchia|storia turca]] e [[Moldavia (regione storica)|moldava]]<ref>M. Colucci R. Picchio, Storia della civiltà letteraria russa, Dizionario-Cronologia, UTET, 1997, p. 141</ref> (scrisse una ''storia dell'[[impero ottomano]]'' in [[lingua latina]], testo basilare per la conoscenza della materia per più di un secolo<ref>Dmitrij P. Mirskij, Storia della letteratura russa, Garzanti, 1998, pag. 41</ref> e molto apprezzata da [[Voltaire]])<ref>M. Colucci R. Picchio, Storia della civiltà letteraria russa, vol I, UTET, pag. 247</ref>, [[geografo]], [[etnografo]] e [[filosofo]].
 
La madre, Kassandra [[Cantacuzeni|Cantacuzene]], discendente da una casata imperiale [[bizantina]], era altrettanto colta. Nello stimolante clima culturale di una famiglia così composta, in cui anche l'[[lingua italiana|italiano]] ed il [[Lingua greca moderna|neoellenico]] erano correntemente parlati, l'educazione di Kantemir iniziò tra le mura domestiche e fu affidata ai migliori accademici del tempo, [[greci]], [[italiani]] e [[Russia|russi]]. La sua formazione avvenne quindi al di fuori del circuito educativo religioso, ed è per questo considerato come il primo poeta russo di educazione e cultura laica.<ref>M. Colucci R. Picchio, Op. cit. vol I, pag. 247</ref>
 
In seguito frequentò l'Accademia slavo-greco-latina di [[Mosca]] e l'[[Accademia Russa delle Scienze|Accademia delle scienze]] di [[San Pietroburgo]],<ref>M. Colucci R. Picchio, Op. cit. Diz. - Cron. p. 141</ref> appena fondata dallo [[zar]] [[Pietro I di Russia|Pietro I il Grande]] a supporto del suo progetto di profonda revisione del sistema politico e sociale della Russia. Qui Kantemir ebbe modo di seguire le lezioni di eminenti personaggi della cultura e della scienza del tempo, quali [[Daniel Bernoulli|Bernoulli]], [[Bayer]], [[Bilfinger]] e [[Grass]] e già a venti anni era considerato, degno erede del padre, uno tra i personaggi più dotti del suo tempo. [[Lingua greca|Greco]], latino, [[lingua italiana|italiano]] e [[lingua francese|francese]] furono le lingue da lui apprese e parlate e nel suo esordio come scrittore si presentò come traduttore di versi a tema amoroso.<ref>M. Colucci R. Picchio, Op. cit. Diz. - Cron. p. 141</ref> Come riferito dallo stesso Kantemir,<ref>M. Colucci R. Picchio, Op. cit. vol I, pag. 248</ref> da giovanissimo si dedicò alla [[poesia lirica]] seguendo lo stile dell'epoca, e questi lavori furono pubblicati anonimi in antologie, ma di queste opere non si è conservata memoria scritta.<ref>Ernesto Lo Gatto, Op. cit. p.35</ref>
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Un personaggio importante della Russia dell'epoca fu l'arcivescovo [[Teofan Prokopovič]], consigliere per gli affari religiosi dello zar Pietro, il quale sostenne, tra le altre cose, l'ammissibilità di un potere [[Assolutismo monarchico|assoluto]] del sovrano come contrappeso alla sempre più evidente e consistente influenza della reazionaria aristocrazia nella società russa e del suo tentativo di contrasto dell'attività riformatrice di Pietro. Nel relativo dibattito culturale Kantemir si avvicinò e sostenne le idee e le posizioni dell'influente [[prelato]]<ref>M. Colucci R. Picchio, Op. cit. Diz. - Cron. p. 141</ref> costituendo, assieme a [[Tatišev]], quella "dotta compagnia" che riuscì a persuadere l'imperatrice [[Anna di Russia|Anna]] a revocare la costituzione<ref>Dmitrij P. Mirskij, Storia della letteratura russa, Garzanti, 1998, pag. 41</ref> nell'ottica di difesa del processo rinnovatore petrino. Nonostante il suo impegno politico la sua carriera accademica non ne trasse giovamento in quanto la nuova [[zarina]] non avallò la sua elezione a presidente dell'Accademia delle scienze e non permise la pubblicazione delle sue prime satire.<ref>M. Colucci R. Picchio, Op. cit. vol I, pag. 247</ref>
 
Un'eco del suo pensiero politico la si ritrova nelle sue due prima satire, scritte tra il [[1729]] e il [[1731]], ''Na chuljaščich učenia'' (Ai denigratori della [[scienza]]) e ''Na zavist i gordost'dvorijan zlonravnych'' (Contro l'[[invidia]] e la [[superbia]] dei [[nobile (aristocrazia)|nobili]] di cattivi costumi) dove i versi di Kantemir si rivolsero tutti a difesa dell'operato del grande zar e degli [[intellettuale|intellettuali]] che lo aiutarono nel processo di modernizzazione<ref>Ernesto Lo Gatto, Op. cit. p.35</ref> di una Russia ancora fortemente arcaica. Aventi come soggetto le corruttele e i mali dell'[[aristocrazia]] russa, queste opere, come detto, non videro pubblicazione ma ebbero ugualmente modo di essere lette e diffuse grazie a delle copie [[Manoscritto|manoscritte]].<ref>M. Colucci R. Picchio, Diz. - Cron. p. 141</ref><ref>Ernesto Lo Gatto, Op. cit. p.35</ref>
 
=== All'estero come diplomatico e la maturità ===