Georges Bataille: differenze tra le versioni

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===Rapporti con [[nazismo]] e [[fascismo]]===
[[Carlo Ginzburg]] in un suo testo intitolato ''[[Mitologia germanica]] e nazismo. Su un vecchio libro di [[Georges Dumézil]]'', presente nel libro ''Miti emblemi spie. Morfologia e storia'', presenta come i temi trattati da Callois e Bataille al Collège de sociologie presentassero, e presentino, "un atteggiamento estremamente ambiguo nei confronti delle ideologie fasciste e naziste"<ref name=mit>«Si riconoscono facilmente i temi delle ricerche di Dumézil, tradotti nelle preoccupazioni (o ossessioni) che dominavano i protagonisti del Collége, Bataille e Caillois. Schematizzando potremmo dire che per Bataile era il nesso tra la  [[morte]] (e la [[sessualità]]) e il [[sacro]], per Caillois quello tra il sacro e il [[potere]]. In entrambi, questi temi, implicavano un atteggiamento estremamente ambiguo nei confronti delle ideologie fasciste e naziste» e «Le divagazioni di Caillois su una [[comunità]] [[aristocratica]] composta da individui spietati, tirannici, pronti ad affrontare i rigori di un'imminente età glaciale che avrebbe provocato una selezione implacabile, avevano un suono ancora più ecquivoco. Le connotazioni fascistizzanti di questi discorsi furono prontamente segnalate da [[critici]] di sinistra, socialisti e comunisti, nonché da un ascoltatore assiduo delle conferenze del Collège come Walter Benjamin» (da ''Miti emblemi spie. Morfologia e storia'', pag.230)</ref>, oltre a confessioni di Bataille di fascino provato per la [[simboli|simbologia]] fascista<ref>«Già in una lettera scritta a [[Raymond Queneau]] a [[Roma]], nel [[1934]], subito dopo aver visitato la mostra sulla rivoluzione fascista, Bataille confessava il fascino esercitato su di lui da quell'esibizione di [[simboli]] mortuari, di drappi neri, di [[teschio|teschi]], osservando che si trattava nonostante tutto di qualcosa di serio, che non doveva rimanere dominio esclusivo della propaganda fascista. In una conferenza su «Le pouvoir», tenuta al Collège da Bataille il 19 febbraio [[1938]], in sostituzione di Caillois ammalato, la fascinazione esercitata dalla simbologia fascista si traduceva addiriturra nella contrapposizione tra il [[fascio littorio|fascio]] effigiato in [[Italia]] «sur le ventre de toutes les locomotives» e il [[crocifisso]] collegato [[James Frazer|frazerianamente]] a una «représentation obsessionnelle de la mise à mort du roi». La scure [[littorio|littoria]], commentava Bataille, in quanto strumento delle esecuzioni capitali, «est opposé ostensiblement à l'immage du roi supplicié». La stessa atmosfera torbida, intimamente colpevole attrazione per i riti mortuari del nazismo fa da sfondo al romanzo ''Le blue du ciel'', scritto nel [[1935 ]] e pubblicato più di vent'anni doppo.» Da ''Miti emblemi spie. Morfologia e storia'', pag.230(nota del coautore della voce: essendo stato, tale romanzo, da me letto, presento il fatto che, personalmente, tale atmosfera ed eventuali rapporti d'essa coi riti mortuari del nazismo può essere denotata verso la fine d'esso e non nella sua totalità. Ma questa può pur sempre essere un'impressione personale).</ref>. Come già presentato nella sezione [[Georges_Bataille#Cenni_biografici|cenni biografici]] Bataille tenne il 24 gennaio 1939 la conferenza «''Hitler et l'ordre teutonique''»<ref name=ordre></ref>(''Hitler e l'ordine teutonico''), ordine che fu sia un [[ordine religioso cavalleresco|ordine monastico-militare]] e [[ospedaliero]] sorto in [[Terrasanta]] all'epoca della [[terza crociata]] che una delle più importanti onorificenze ed emblemi istituite dal [[partito nazista]] la quale presentava la medesima denominazione dell'ordine medievale, denominazione che fu data dall'esaltazione nazionalistica della Germania da parte dei membri del partito nazista e dal'interesse di alcuni d'essi per i culti mistico-religiosi e la volonta di rappresentazione, e forse anche ripresentazione, d'essi. Ma, dalle testimonianze di [[Pierre Prévost]] rispetto alla conferenza, tale ambiguità, che secondo Ginzburg sarebbe stata presente in Bataille, Caillois, sarebbe data dall'interesse culturale verso esse al di là del contesto fascista o nazista se non nei casi dello studio del presentarsi d'esse in tali movimenti con lo scopo di studiarli. diDi fatti Prévost in testo da lui composto presenta:«...tanto più che noi tutti<small>'''[ascoltatori alla conferenza ''Hitler et l'ordre teutonique'']'''</small> provavamo disgusto per tutto ciò che poteva venire dall'hitlerismo. A scandalizzarci in questo movimento era, tra l'altro, l'accaparramento della [[croce uncinata]] che evoca l'idea di sacralizzazione. Questo [[simbolo]] [[solare]], Bataille lo avrebbe adottato volentieri, per il suo significato [[eracliteo]] che gli riconosceva. Ma il movimento hitleriano nella sua totalità era giudicato da lui e da noi tutti come un mostruoso tentativo [[schiavista]], mirante a una ricomposizione "monocefala" della [[società]]»<ref>(da P. Prévost, ''Pierre Prévost recontre Georges Bataille'', Paris 1987, pp. 26 sg., citato in '''Hitler e l'Ordine teutonico'', nel testo Il Collegio di Sociologia pag.285-286)</ref>
 
===Critiche===