Politica economica: differenze tra le versioni
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Poiché l'economia risulta in continuo mutamento, sotto la spinta di interessi economici e pulsioni umane, lo scopo della politica economica è di modificare l'andamento spontaneo dell'economia, dopo averlo opportunamente studiato.
==Interventi a breve termine ed a lungo termine==▼
Nell'ambito della politica economica si studiano gli interventi a breve termine e quelli a lungo termine. Le due tipologie di interventi si differenziano, oltre che per il fatto di attendere risultati nei termini previsti, anche per il contesto: negli interventi a breve si suppone un'economia nazionale statica, che quindi non viene modificata strutturalmente dagli interventi. Gli interventi a lungo termine assumono invece un contesto dinamico, in cui gli effetti strutturali degli interventi alterano l'economia futura e vanno tenuti presenti per valutare gli effetti negli anni successivi.▼
== Cenni storici == ▼
[[Immagine:AdamSmith.jpg|thumb|200px|Adam Smith]]▼
Storicamente l'esigenza di una politica economica si manifesta allorché appare chiaro che l'economia lasciata in mano agli interessi egoistici dei singoli [[Soggetto economico|operatori]] non è in grado di evitare squilibri e diseguaglianze economiche capaci di rendere instabili l'economia stessa, oltre che il tessuto sociale di un paese e i rapporti tra nazioni.<br/>▼
[[Adam Smith]] riteneva che nel mercato operasse una [[mano invisibile]], in virtù della quale l'interesse privato si trasformava in interesse collettivo. Nessuno avrebbe potuto fare meglio di quanto faceva per conto suo il [[mercato]], capace di stabilire in modo continuo equilibri tra le forze in gioco. L'interazione della domanda e dell'offerta genererebbe di continuo prezzi di equilibrio capaci di soddisfare entrambe le parti, garantendo ad esempio condizioni di pieno impiego.▼
Le politiche economiche liberiste, che al pensiero di Smith si ispirano, tendono quindi a promuovere la rimozione di ogni vincolo al libero dispiegarsi delle forze di mercato e a tracciare un ruolo il più possibile ridotto per lo stato, il cui compito dev'essere quello di non intervenire o di intervenire il meno possibile nell'economia, dove devono prevalere gli "spiriti animali".▼
Le posizioni liberiste di Smith sono state successivamente da molti criticate, man mano che si prende coscienza che esse richiedono condizioni di mercato che difficilmente si trovano nella realtà. ▼
[[Karl Marx]] immagina un sistema economico in cui il progressivo sfruttamento dei lavoratori avrebbe condotto al collasso del sistema economico attraverso l'impoverimento crescente della classe operaia, e alla necessità di una svolta politica di stampo rivoluzionario, per poi ricostruire un sistema economico di stampo [[Egualitarismo|egualitario]].▼
Secondo [[John Maynard Keynes]], i sistemi economici non sono sempre in grado di raggiungere l'equilibrio di pieno impiego in modo automatico. Al contrario, è possibile che essi si attestino su posizioni di equilibrio di sottooccupazione, determinate da carenze nella [[domanda aggregata]].▼
In questa concezione, la politica economica ha il ruolo di stimolare la domanda e permettere di raggiungere il pieno impiego delle risorse. In Italia, uno dei maggiori interpreti del pensiero keynesiano è stato [[Federico Caffè]].▼
== Lo stato attuale ==▼
Mentre nella prima metà del [[XX secolo]] erano prevalse politiche economiche tese a governare l'economia tramite l'intervento pubblico (sia in termini normativi che di spesa pubblica), nella seconda metà del secolo si sono gradatamente imposte tendenze liberiste, tendenti al "lasciar fare" del [[mercato]]. Tali teorie di tipo microeconomico sono state solitamente unite ad impostazioni [[monetarismo|monetariste]] per l'aspetto più strettamente macroeconomico.▼
Il risultato delle politiche liberiste appare di gran lunga inferiore alle aspettative all'inizio del terzo millennio, per cui si ricomincia a considerare attentamente politiche di tipo Keynesiano.▼
==Interventi indiretti nell'economia==▼
[[Norberto Bobbio]] parla di "fuga nel diritto privato" per indicare la contrazione dell'area del [[diritto pubblico dell'economia]] in favore del [[diritto privato dell'economia]], la cui caratteristica principale è la presenza, nel settore dei compiti tradizionalmente pubblici, di operatori privati (tra cui il ''genus'' controverso degli [[organismo di diritto pubblico|organismi di diritto pubblico]]) e l'utilizzo di modelli contrattuali (nati nella pratica commerciale), ma soprattutto la presenza di ''strutture nuove'' preordinate alla tutela degli interessi emergenti: le cosiddette [[Autorità amministrativa indipendente|Autorità amministrative indipendenti]].▼
Via via che si riduce il fenomeno dell'intervento diretto nell'economia, in favore di un intervento indiretto, assume una portata sempre più pregnante l'art. 41 della [[Costituzione della Repubblica italiana|Costituzione]], che riserva alla [[legge]] la predisposizione di [[pianificazione economica|programmi]] e [[controllo|controlli]] sulle attività economiche a fini sociali.▼
I programmi e i controlli devono essere opportuni, nel senso che non devono ostacolare la realizzazione del [[principio di uguaglianza]] sotteso all'art. 3 della Costituzione.▼
In breve, tra i "[[pianificazione economica|programmi]]" rientrano gli atti di [[pianificazione]], le [[legge finanziaria|leggi finanziarie]] e relativi "collegati", il D.P.E.F. ([[Documento di programmazione economica e fnanziaria]]) ed altri interventi settoriali quali il [[Piano di edilizia residenziale]] di cui alla legge n. 179 del [[1992]], il piano per l'energia di cui alla delibera del [[Consiglio dei ministri]] del 9 gennaio 1991, il Piano di tutela ambientale di cui alla lege n. 305 del 1989, ed altri.▼
Fra i "controlli" rientrano misure eterogenee, dalle [[concessione|concessioni]] alle [[autorizzazione|autorizzazioni]], all'imposizione di [[prezzo amministrato|prezzi amministrati]], agli accertamenti sulla [[qualità]] di determinate merci, ecc.▼
La Costituzione non prevede un terzo tipo di intervento indiretto, oltre ai [[pianificazione economica|programmi]] ed ai controlli: tuttavia, la "regolazione" è un fenomeno di vasta diffusione ed in via di costante espansione. Le Autorità amministrative indipendenti svolgono un'azione di regolazione e vigilanza, imponendosi come soggetti equidistanti rispetto agli operatori economici che agiscono nei vari settori "vigilati".▼
==Trattazione matematica==
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#Se non c'è variazione di spesa pubblica ma aumenta l'offerta di moneta crescono sia il PIL che l'occupazione ma non si può dire nulla sulla variazione dei tassi di interesse e del livello dei prezzi.
#La diminuzione della spesa pubblica e/o dell'offerta di moneta della Banca centrale determina una diminuzione dell'occupazione e del PIL ma non si può dire nulla sulla variazione dei tassi di interesse e del livello dei prezzi.
▲==Interventi a breve termine ed a lungo termine==
▲Nell'ambito della politica economica si studiano gli interventi a breve termine e quelli a lungo termine. Le due tipologie di interventi si differenziano, oltre che per il fatto di attendere risultati nei termini previsti, anche per il contesto: negli interventi a breve si suppone un'economia nazionale statica, che quindi non viene modificata strutturalmente dagli interventi. Gli interventi a lungo termine assumono invece un contesto dinamico, in cui gli effetti strutturali degli interventi alterano l'economia futura e vanno tenuti presenti per valutare gli effetti negli anni successivi.
▲== Cenni storici ==
▲[[Immagine:AdamSmith.jpg|thumb|200px|Adam Smith]]
▲Storicamente l'esigenza di una politica economica si manifesta allorché appare chiaro che l'economia lasciata in mano agli interessi egoistici dei singoli [[Soggetto economico|operatori]] non è in grado di evitare squilibri e diseguaglianze economiche capaci di rendere instabili l'economia stessa, oltre che il tessuto sociale di un paese e i rapporti tra nazioni.<br/>
▲[[Adam Smith]] riteneva che nel mercato operasse una [[mano invisibile]], in virtù della quale l'interesse privato si trasformava in interesse collettivo. Nessuno avrebbe potuto fare meglio di quanto faceva per conto suo il [[mercato]], capace di stabilire in modo continuo equilibri tra le forze in gioco. L'interazione della domanda e dell'offerta genererebbe di continuo prezzi di equilibrio capaci di soddisfare entrambe le parti, garantendo ad esempio condizioni di pieno impiego.
▲Le politiche economiche liberiste, che al pensiero di Smith si ispirano, tendono quindi a promuovere la rimozione di ogni vincolo al libero dispiegarsi delle forze di mercato e a tracciare un ruolo il più possibile ridotto per lo stato, il cui compito dev'essere quello di non intervenire o di intervenire il meno possibile nell'economia, dove devono prevalere gli "spiriti animali".
▲Le posizioni liberiste di Smith sono state successivamente da molti criticate, man mano che si prende coscienza che esse richiedono condizioni di mercato che difficilmente si trovano nella realtà.
▲[[Karl Marx]] immagina un sistema economico in cui il progressivo sfruttamento dei lavoratori avrebbe condotto al collasso del sistema economico attraverso l'impoverimento crescente della classe operaia, e alla necessità di una svolta politica di stampo rivoluzionario, per poi ricostruire un sistema economico di stampo [[Egualitarismo|egualitario]].
▲Secondo [[John Maynard Keynes]], i sistemi economici non sono sempre in grado di raggiungere l'equilibrio di pieno impiego in modo automatico. Al contrario, è possibile che essi si attestino su posizioni di equilibrio di sottooccupazione, determinate da carenze nella [[domanda aggregata]].
▲In questa concezione, la politica economica ha il ruolo di stimolare la domanda e permettere di raggiungere il pieno impiego delle risorse. In Italia, uno dei maggiori interpreti del pensiero keynesiano è stato [[Federico Caffè]].
▲== Lo stato attuale ==
▲Mentre nella prima metà del [[XX secolo]] erano prevalse politiche economiche tese a governare l'economia tramite l'intervento pubblico (sia in termini normativi che di spesa pubblica), nella seconda metà del secolo si sono gradatamente imposte tendenze liberiste, tendenti al "lasciar fare" del [[mercato]]. Tali teorie di tipo microeconomico sono state solitamente unite ad impostazioni [[monetarismo|monetariste]] per l'aspetto più strettamente macroeconomico.
▲Il risultato delle politiche liberiste appare di gran lunga inferiore alle aspettative all'inizio del terzo millennio, per cui si ricomincia a considerare attentamente politiche di tipo Keynesiano.
▲==Interventi indiretti nell'economia==
▲[[Norberto Bobbio]] parla di "fuga nel diritto privato" per indicare la contrazione dell'area del [[diritto pubblico dell'economia]] in favore del [[diritto privato dell'economia]], la cui caratteristica principale è la presenza, nel settore dei compiti tradizionalmente pubblici, di operatori privati (tra cui il ''genus'' controverso degli [[organismo di diritto pubblico|organismi di diritto pubblico]]) e l'utilizzo di modelli contrattuali (nati nella pratica commerciale), ma soprattutto la presenza di ''strutture nuove'' preordinate alla tutela degli interessi emergenti: le cosiddette [[Autorità amministrativa indipendente|Autorità amministrative indipendenti]].
▲Via via che si riduce il fenomeno dell'intervento diretto nell'economia, in favore di un intervento indiretto, assume una portata sempre più pregnante l'art. 41 della [[Costituzione della Repubblica italiana|Costituzione]], che riserva alla [[legge]] la predisposizione di [[pianificazione economica|programmi]] e [[controllo|controlli]] sulle attività economiche a fini sociali.
▲I programmi e i controlli devono essere opportuni, nel senso che non devono ostacolare la realizzazione del [[principio di uguaglianza]] sotteso all'art. 3 della Costituzione.
▲In breve, tra i "[[pianificazione economica|programmi]]" rientrano gli atti di [[pianificazione]], le [[legge finanziaria|leggi finanziarie]] e relativi "collegati", il D.P.E.F. ([[Documento di programmazione economica e fnanziaria]]) ed altri interventi settoriali quali il [[Piano di edilizia residenziale]] di cui alla legge n. 179 del [[1992]], il piano per l'energia di cui alla delibera del [[Consiglio dei ministri]] del 9 gennaio 1991, il Piano di tutela ambientale di cui alla lege n. 305 del 1989, ed altri.
▲Fra i "controlli" rientrano misure eterogenee, dalle [[concessione|concessioni]] alle [[autorizzazione|autorizzazioni]], all'imposizione di [[prezzo amministrato|prezzi amministrati]], agli accertamenti sulla [[qualità]] di determinate merci, ecc.
▲La Costituzione non prevede un terzo tipo di intervento indiretto, oltre ai [[pianificazione economica|programmi]] ed ai controlli: tuttavia, la "regolazione" è un fenomeno di vasta diffusione ed in via di costante espansione. Le Autorità amministrative indipendenti svolgono un'azione di regolazione e vigilanza, imponendosi come soggetti equidistanti rispetto agli operatori economici che agiscono nei vari settori "vigilati".
== Bibliografia ==
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