Orso Orseolo: differenze tra le versioni

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|AnnoMorte = 1049
|Attività = vescovo
|AttivitàAltre =  e [[patriarca (cristianesimo)|patriarca]]
|Attività2 = politico
|Epoca = 1000
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = fu [[vescovo cattolico]] di [[vescovo di Torcello|Torcello]], [[patriarcato di Grado|patriarca]] di [[Grado]] e [[doge (Venezia)|doge]] della [[Repubblica di Venezia]]
}}
 
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=== Orso vescovo e patriarca: la rivalità con Poppone di Aquileia ===
[[Immagine:Torcello.jpg|thumb|left|300px|La [[Basilica di Santa Maria Assunta (Torcello)|cattedrale di Santa Maria Assunta]] di [[Torcello]], riedificata dal [[vescovo]] Orso.]]
Morto prematuramente Giovanni nel [[1007]], il padre associò allora al trono il terzo figlio [[Ottone Orseolo|Ottone]]. Orso rimaneva però ora il maggiore tra i figli del doge, avendo Ottone appena quattordici anni. Consacrato nel [[1008]] alla cattedra episcopale della città di [[Torcello]], appena divenuto vescovo, Orso si adoperò per riedificare la sua [[cattedrale di Santa Maria Assunta di Torcello|chiesa cattedrale]], ridedicandola a [[Assunzione di Maria|Santa Maria Assunta]]. Si trattava chiaramente di un atto in onore del padre, che proprio nel giorno dell'[[Assunzione]] di otto anni prima era salpato con la flotta per la spedizione che aveva consegnato nelle mani di Venezia il dominio sulla [[Dalmazia]].
 
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Nel [[1030]]-[[1031]], approfittando dell'assenza del Flabanico, loro principale avversario, gli Orseoli deposero il doge, riservandogli l'ormai consueto trattamento: tonsura ed esilio a [[Bisanzio]].</br>
 
Fu proprio Orso ad assumere la [[reggente|reggenza]] del ducato. Appena preso il potere provvide immediatamente a reisediarsi sulla cattedra patriarcale di Grado e a reintegrare anche il fratello Vitale nell'episcopato di Torcello. A quest'ultimo affidava poi l'incarico di guidare l'ambasceria a Costantinopoli che avrebbe dovuto richiamare sul trono l'altro fratello, Ottone. Sennonché all'arrivo dei veneziani nella capitale dell'[[Impero d'Oriente]], questi scoprirono che Ottone, ammalatosi, era già morto.</br>
La notizia sconvolse i piani di Orso, che, in quanto religioso consacrato, non poteva certamente aspirare al trono ducale. Quindi, nel [[1032]], egli tentò di incoronare doge il nipote [[Domenico Orseolo]], ma quando questi si presentò davanti all'assemblea popolare, la ''[[Arengo|Concio]]'', per la ratifica dell'elezione, questa votò per richiamare dall'esilio ed incoronare Domenico Flabanico. Non solo, ma l'assemblea decretò anche la perpetua esclusione degli Orseoli dal potere ducale e quella che è considerata la prima legge costituzionale della [[Repubblica di Venezia|Repubblica]]: si proibisce per sempre al doge di associarsi un co-reggente e gli si affiancano due consiglieri perché ne controllino l'operato.</br>
Di fronte alla disfatta Domenico fu costretto alla fuga, lasciando soli Orso e Vitale a fronteggiare la situazione ed il ritorno del peggior nemico della sua famiglia.