Pina Borione: differenze tra le versioni

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Negli anni del [[fascismo]], accanto ad un'intensa attività teatrale densa di successi, divenne molto nota come interprete di [[commedia|commedie]] e radiodrammi per l'[[EIAR]], lavorando anche con [[Alberto Rabagliati]], [[Pippo Barzizza]] ed il [[Trio Lescano]].
 
Si avvicinò al [[cinema]] già alla metà degli [[anni 1930|anni '30trenta]], con il [[film]] ''[[Un bacio a fior d'acqua]]'', ([[1936]]), di [[Giuseppe Guarino]], (dove appare con lo [[pseudonimo]] di Pina Bianchi, utilizzando il nome del marito), lavorando tuttavia in modo estremamente saltuario per il [[cinema|grande schermo]], lasciando passare più di una decade tra un [[film]] e l'altro.
 
Negli [[anni 1960|anni '60sessanta]] fu molto attiva in [[televisione]], prendendo parte a numerosi sceneggiati come ''[[Le inchieste del commissario Maigret]]'' oppure ''[[I racconti di Padre Brown]]'', e nel [[doppiaggio]], soprattutto di caratteriste di secondo o terzo piano cui conferì tipiche cadenze [[Roma|romanesche]] da donne di borgata.
 
Fu l'incontro, alla fine degli [[anni 1960|anni '60sessanta]], con il regista [[Pupi Avati]] a regalarle la celebrità. Venne infatti scelta per interpretare Laura Legnani nel [[film]] ''[[La casa dalle finestre che ridono]]'', ([[1976]]).
 
Negli anni seguenti divenne una delle più note [[caratterista|caratteriste]] del [[cinema italiano]], prendendo parte a film come ''[[Telefoni bianchi]]'', ([[1976]]), di [[Dino Risi]] e ''[[Zeder]]'', ([[1983]]), ancora di [[Pupi Avati]], che fu anche la sua ultima apparizione sui grandi schermi.