Consonanza e dissonanza: differenze tra le versioni

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L'assuefazione ad un universo accordale più denso portò una sempre maggior frequenza di accordi di cinque o più suoni, che, ad esempio, nell'opera tarda di [[Aleksandr Skrjabin]] e nelle composizioni giovanili di Schoenberg costituiscono la norma. Il fenomeno di progressiva liberazione dalla necessità di trattare la dissonanza in modo speciale (attutendone gli effetti) viene chiamato dagli storici della musica '''emancipazione della dissonanza''', ed ha portato alla [[Atonalità|musica atonale]] in genere, e quindi a quella [[dodecafonia|dodecafonica]].
Per quanto riguarda gli sviluppi successivi alla seconda generazione di compositori dodecafonici (e siamo ormai agli anni '60 del secolo scorso), l'abbandono delle tecniche compositive tradizionali e l'utilizzo di principi come l'[[musica aleatoria|alea]] e la manipolazione elettronica del suono fanno perdere significato al concetto di condotta delle parti, e quindi, in questi contesti, il trattamento della dissonanza non è più, sostanzialmente, argomento della teoria armonica dal punto di vista tradizionale. L'abbandono della distinzione tra dissonanza e consonanza, e l'utilizzo di strutture fondamentalmente dissonanti limita fortemente le possibilitá del linguaggio scelto dal compositore. Durante la seconda metámetà del secolo ventesimo l'idea di una '''emancipazione della dissonanza''', e le tecniche dodecafoniche/seriali, furono rifiutata da un vasto numero di compositori. Le tendenze compositive moderne rivalutano una attenta calibrazione tra effetti di consonanza e dissonanza.
 
==Bibliografia==