Pietro Longo: differenze tra le versioni

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Il [[20 ottobre]] [[1978]] divenne segretario del [[Partito Socialista Democratico Italiano]] (PSDI). Venne riconfermato segretario al diciottesimo congresso del partito (Roma, [[16 febbraio|16]]-[[20 febbraio]] [[1980]]), e al diciannovesimo, tenutosi dal [[24 marzo|24]] al [[30 marzo]] del [[1982]] a Milano. Longo fu anche ministro del Bilancio e della Programmazione Economica nel [[Governo Craxi I|primo governo Craxi]].
 
Fu costretto a dimettersi prima dal suo incarico di governo ([[13 luglio]] [[1984]]) e poi dalla guida del PSDI nel [[1985]], a causa dello scandalo [[P2]], nei cui elenchi degli iscritti sin dal 1981 era stato trovato il suo nome, con numero 926. Alla guida del partito gli successe [[Franco Nicolazzi]].
Alle elezioni del [[1987]] Longo non venne rieletto in Parlamento e perse definitivamente l'[[immunità parlamentare]], cosa che lo porterà ad essere processato per lo scandalo delle tangenti [[Icomec]], con condanna in primo grado (1989, sentenza del Tribunale di Milano: 7 anni e 6 mesi), quindi in appello (1991, 2 anni e 6 mesi) diventata definitiva con sentenza della [[Corte di Cassazione]] a 2 anni e 6 mesi. La notte del 30 aprile 1992 fu prelevato a casa dai [[Carabinieri]] e tradotto nel carcere di [[Rebibbia]].