Juan Negrín: differenze tra le versioni

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da Madrid a Valencia (e successivamente per lo stesso motivo a Barcellona)
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La collaborazione con i comunisti del PCE è uno degli aspetti più salienti del governo Negrín e anche uno dei più discussi. Da più parti, sia di destra che di sinistra, si è arrivati a dire che il governo fosse dominato dai comunisti stalinisti. Oltre alle ragioni di politica interna, ciò che rendeva il PCE essenziale per il governo era l'appoggio dell'[[Unione Sovietica]]; dopo che i paesi democratici, [[Regno Unito]] e [[Francia]] per prime, adottarono una politica di non intervento nella guerra civile e quindi rifiutarono di fornire aiuti al governo repubblicano, l'Unione Sovietica rimase praticamente l'unica fonte di aiuti sia militari che economici.
 
Nonostante gli estremi tentativi di Negrín, la situazione militare della Repubblica spagnola continuò a peggiorare. Nell'ottobre 1937 trasferì il governo da [[Madrid]] a [[BarcellonaValencia]], più lontana dal fronte. Nel settembre del 1938, ritenendo imminente lo scoppio di una guerra europea, fece smobilitare le [[Brigate internazionali|Brigate Internazionali]], sperando che questo desse alla [[Germania]] e all'Italia l'occasione per togliere il loro appoggio materiale e di uomini alla fazione franchista. La [[conferenza di Monaco]] allontanò però la guerra in Europa e il conseguente cambiamento di situazione internazionale.
All'inizio del 1939, quando cadde in mano ai franchisti anche la [[Catalogna]], al parlamento riunito a [[Figueres]] egli propose la capitolazione, con la sola condizione che fosse risparmiata la vita agli sconfitti. La sua proposta non fu però accolta dal parlamento; Negrín decise quindi di riportare il governo a Madrid per controllarne l'evacuazione. A marzo scoppiò una sommossa antigovernativa, guidata da [[Segismundo Casado]], da [[José Miaja]] e da [[Julián Besteiro]], che di fatto mise fine all'autorità del governo Negrín; poco dopo i repubblicani capitolarono.