Università degli Studi di Milano: differenze tra le versioni

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|immagine= Logo Università degli Studi di Milano.jpg
|latino= Universitas Studiorum Mediolanensis
|motto=
|fondazione= 1923
|tipo= PubblicaStatale
|facoltà= Agraria,
Farmacia,
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|sito= www.unimi.it
}}
L''''Università degli Studi di Milano''', nota semplicemente come la '''Statale di Milano''', è illa più grande istituzione [[Universitàuniversità|ateneouniversitaria]] pubblico milanese e della [[Lombardia]], la cui sede centrale è oggi situata nell' ex [[Ospedale Maggiore di Milano|Ospedale Maggiore]] (Ca' Granda), voluto dal Duca di Milano [[Francesco Sforza]]. È l'unico ateneo italiano a far parte della LERU ([[League of European Research Universities]]).
 
== Storia ==
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[[File:Festa del Perdono Facciata Milano.jpg|thumb|right|Facciata principale su via Festa del Perdono.]]
[[File:IMG 5720 - Milano - Università Statale - Foto Giovanni Dall'Orto 21-Feb-2007.jpg|thumb|Chiostro maggiore o cortile d'onore]]
L'ateneoAteneo di [[Milano]] è relativamente giovane nel panorama italiano, in quanto la città di [[Milano]] faceva storicamente riferimento all'[[Università di Pavia]], fondata nel XIV secolo.
 
Antecedente diretto della [[Lettere e Filosofia (facoltà universitaria)|Facoltà di Lettere e filosofiaFilosofia]] dell’ateneodell’Ateneo fu l’[[Accademia scientifico-letteraria di Milano|Accademia scientifico-letteraria]] che, come il Regio Istituto tecnico superiore (l’attuale Politecnico) fu promossa dalla legge Casati del 1859. Principalmente finalizzata ai suoi esordi alla formazione degli insegnanti, anche se non mancarono le sollecitazioni, soprattutto a opera di Graziadio Ascoli, per accentuarne le funzioni più propriamente scientifiche, all’Accademia venne in seguito aggregata una scuola di lingue moderne.
 
Nel 1870 fu avviata un’altra istituzione destinata a far parte dell’Università degli Studi, la Scuola superiore di Agraria, il cui Statuto, oltre ai compiti didattici e formativi, ne sottolineava la funzione di “promuovere il progresso dell’agricoltura per mezzo di ricerche sperimentali”.
 
Un passo fondamentale nel percorso che avrebbe portato la costituzione di un’Università pubblica milanese, fu l’inaugurazione, avvenuta nel 1906, degli Istituti clinici di perfezionamento destinati ai giovani medici, voluti e promossi da Luigi Mangiagalli. Figura chiave nelle vicende che portarono alla fondazione dell’Università degli Studi, medico ostetrico, collocato politicamente nell’area della democrazia radicale, eletto deputato nel 1902 e in seguito sindaco del capoluogo lombardo, Mangiagalli operò strenuamente nei primi due decenni del Novecento per dotare Milano di un sistema di formazione superiore all’altezza delle funzioni di una metropoli moderna non limitandosi al terreno, a lui naturalmente più caro, della scienza medica, e andando ben oltre la sua idea di dar vita a una grande facoltà medica lombarda. L’entusiasmo di Mangiagalli fu sostenuto dal decisivo contributo degli enti locali, che l’avrebbe accompagnato fino alla fondazione dell’Università.
 
Alla fondazione dell’Università degli Studi di Milano apre la strada la riforma Gentile del settembre 1923, che prendendo atto dell’incompatibilità tra facoltà medica pavese e Istituti clinici milanesi accorpa questi ultimi all’Accademia scientifico-letteraria entro una nuova università statale autonoma, rettore Luigi Mangiagalli. Essa inizialmente comprende solo la Facoltà di Lettere e Filosofia (antica [[Accademia scientifico-letteraria di Milano|Accademia scientifico-letteraria]]), nonché gli Istituti clinici di perfezionamento istituiti da [[Luigi Mangiagalli]] nel [[1906]], cui spettava il solo compito della formazione postlaurea, che già esercitavano.
 
Tuttavia, specificando che all’Università si potesse ulteriormente provvedere con convenzioni tra lo stato ed altri enti che avrebbero potuto determinarne la configurazione, anche in relazione ai mezzi finanziari reperiti, la legge Gentile apriva uno spiraglio per allargare le aree di competenze del nuovo ateneo, un’opportunità che Luigi Mangiagalli, nel frattempo divenuto sindaco di Milano, non mancò di cogliere.
 
Al suo appello perché Milano non restasse priva di un’Università degna del suo rango, le forze locali, il Comune in prima linea, risposero con uno stanziamento finanziario in grado di conferire all’ateneo una fisionomia ben diversa da quella inizialmente prospettata. Il 28 agosto 1924, presso la Prefettura, venne firmata la convenzione con cui si sancì la nascita dell’Università degli Studi di Milano, “completa” delle quattro Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e filosofia, Medicina e chirurgia, Scienze fisiche, matematiche e naturali, così come Mangiagalli l’aveva voluta.
 
Le attività dell'Università di Milano iniziano nel [[1924]]. Primo magnifico rettore è [[Luigi Mangiagalli]] e l'inaugurazione dell'Università ha luogo l'8 dicembre 1924.
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[[File:7011 - Milano - Università Statale - Chiostro dei bagni - Foto Giovanni Dall'Orto, 22-Feb-2008.jpg|thumb|Chiostro dei Bagni]]
[[File:Sala Crociera, Università degli Studi di Milano.jpg|thumb|La sala Crociera della Biblioteca di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, incrocio di due degli immensi corridoi dell'antico ospedale]]
Posta al servizio di una città di oltre un milione di abitanti, la nuova Università dovette subito far fronte ad esigenze superiori ai mezzi a disposizione. Se il reclutamento del corpo docente poteva contare, per Medicina e Lettere, sull’alto livello dei titolari delle cattedre già attivate presso gli Istituti clinici di perfezionamento e l’Accademia, con la facoltà di Giurisprudenza che si impose subito tra le più prestigiose del paese per il livello complessivo dei suoi docenti, più difficoltosa si presentava la formazione dell’organico del corpo docente per la Facoltà di Scienze.
 
Le maggiori carenze si riscontravano tuttavia nella disponibilità degli spazi, ben presto rivelatisi insufficienti per un ateneo che, partito il primo anno con 1419 iscritti, raggiunse nel 1928-29 le 1965 unità, ponendosi al quarto posto in Italia dopo Napoli, Roma e Padova.
 
Nell'idea dei promotori l'Università avrebbe dovuto occupare edifici da costruire nel quartiere [[Città Studi]] progettato prima della [[prima guerra mondiale]], e avere sede nel palazzo delle Scienze di via Saldini 50, ora sede del Dipartimento di Matematica "[[Federigo Enriques]]". Tuttavia, l’idea di raggruppare entro i confini della Città degli Studi tutte le facoltà “in una possente e gloriosa unità” ribadita da Mangiagalli nel 1926, alla vigilia della sua andata fuori ruolo, si rivelò ben presto inattuabile. Medicina poté continuare ad avvalersi del fondamentale appoggio delle strutture cliniche convenzionate, ma il rettorato e le due Facoltà umanistiche dovettero rinunciare a Città Studi per trovare collocazione in un palazzo del Comune in Corso di Porta Romana, nel centro città.
 
L’ipotesi di destinar loro l’ospedale sforzesco venne già allora presa in considerazione, ma la sua realizzazione fu rimandata, in attesa della costruzione del nuovo grande nosocomio di Niguarda, che sarebbe iniziata solo nel 1931. Malgrado le difficoltà legate all’avvio delle attività, la risposta degli studenti che si rivolsero al nuovo ateneo fu subito rilevante. La facoltà di maggior richiamo si rivelò Medicina, passata dai 360 studenti del 1925-26 ai 1330 del 1936-37; Giurisprudenza, sulla quale si erano inizialmente indirizzate le maggiori preferenze, con 623 iscritti nel 1925-26, raggiunse una punta di 801 iscritti nel 1931-32, stabilizzandosi in seguito sulle 600 unità. Nel 1932 entrò a far parte dell’ateneo l’Antica Scuola di Veterinaria, che, come Facoltà di Medicina veterinaria, figurò quell’anno con 81 iscritti, saliti a 145 nel 1939-40. Tre anni più tardi fu la volta dell’Istituto superiore di Agraria, divenuto anch’esso facoltà, con 144 iscritti saliti a 191 alla vigilia della guerra. Entrambe le nuove facoltà vennero insediate a Città Studi, in via Celoria.
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Oltre all’avvio e al potenziamento dei rapporti di collaborazione con gli enti nazionali di ricerca (dal CNR all’INFN), nel corso degli anni settanta si provvide ad ampliare notevolmente le strutture sanitarie a disposizione per la formazione dei giovani medici, mediante specifiche convenzioni stipulate con otto poli ospedalieri, di cui cinque a Milano. Si promosse un consistente ampliamento dell’offerta didattica, con nuove facoltà (Farmacia e Scienze politiche furono create nel 1970) e nuovi corsi di laurea, si moltiplicò il numero delle scuole di specializzazione e dei centri di studio e di ricerca, mentre a partire dal 1984 si dava via libera a un primo nucleo di dipartimenti, soprattutto di area scientifica.
 
Erano intanto continuate le realizzazioni sul fronte dell’acquisizione di nuovi spazi: a Città Studi proseguì l’ampliamento del settore didattico di via Celoria e si diede avvio alla costruzione del grande edificio per i dipartimenti biologici su progetto dell’architetto Vico Magistretti. In vari casi, anche per le iniziative maggiori, si fece ricorso a spazi presi in locazione: fu acquisito con questa modalità [[palazzo Resta-Pallavicino]] in via Conservatorio (poi acquistato nel 1997), destinato a Scienze politiche e che tuttavia si sarebbe ben presto rivelato insufficiente a contenere il complesso delle esigenze della nuova facoltà.
 
L’ottenimento di un cospicuo finanziamento nell’ambito del Fondo di investimenti per l’occupazione permise di ampliare ulteriormente gli spazi di Città Studi e di avviare la realizzazione di due importanti settori didattici e di ricerca per la Facoltà di Medicina (uno presso l’Ospedale Sacco e l’altro presso il San Raffaele). Negli anni successivi si sarebbe trovato il modo di portare a compimento il restauro dell’edificio di piazza Sant’Alessandro per Lettere, di acquisire in affitto per l'Informatica un edificio in via Comelico e di provvedere alle necessità degli uffici amministrativi con la locazione di Palazzo Greppi, in via Sant’Antonio.
Negli anni successivi si sarebbe trovato il modo di portare a compimento il restauro dell’edificio di piazza Sant’Alessandro per Lettere, di acquisire in affitto per l'Informatica un edificio in via Comelico e di provvedere alle necessità degli uffici amministrativi con la locazione di Palazzo Greppi, in via Sant’Antonio.
 
I maggiori investimenti negli anni 2000 sono andati alle nuovi sedi di via Noto (per la facoltà di Lettere e il centro APICE), Sesto San Giovanni (come sfogo di Scienze politiche, sede di un corso interfacoltà e vari uffici) e via Condino (per l'"incubatore d'impresa" della Fondazione Filarete), e secondariamente, in collaborazione con gli enti locali, di Crema (informatica) e Lodi (veterinaria).
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=== Facoltà ===
Per le facoltà sono indicate solo alcune delle principali sedi della didattica; Medicina ha molteplici sedi sul territorio, mentre la ricerca e le varie attività sono disperse su un gran numero di ulteriori sedi.:
 
* Agraria (Città Studi)
* Farmacia (Città Studi)
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=== Logo ===
 
Il logo è costituito da due elementi, l'immagine della [[Minerva]] e la denominazione "Università degli Studi di Milano"<ref>Regolamento generale, [http://www.unimi.it/ateneo/normativa/4764.htm#c4800 art. 57] e [http://www.unimi.it/ateneo/12902.htm Sistema d'identità visiva], unimi.it.</ref>:
# L'immagine della [[Minerva]], a rappresentazione della Sapienza, è collocata sullo sfondo di un profilo della [[Ca' Granda]], sede dell'Ateneo e circondata dalla scritta "Universitas Studiorum Mediolanensis".
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== Rappresentanze studentesche ==
 
Le principali rappresentanze studentesche negli organi accademici sono [[Sinistra Universitaria]], [[Obiettivo Studenti]], e [[Azione Universitaria]].
 
== Personalità illustri ==
 
=== Rettori ===
[[File:Luigi Mangiagalli's statue, Ca' Granda, Milan 2.JPG|thumb|right|Busto del primo Magnifico Rettore, Luigi Mangiagalli]]