Tony Garnier: differenze tra le versioni

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A Parigi tenta in più occasioni il concorso per il [[Prix de Rome|Grand Prix di Roma]], che vince nel [[1899]], permettendogli di essere ospitato per 4 anni a [[Villa Medici]] a [[Roma]], al fine di studiare i [[Monumenti di Roma antica|monumenti antichi]] e l'[[architettura classica]], ma dove inizia subito a lavorare al suo più importante progetto di urbanistica sociale, la Citè Industrielle. <br />
Dopo essersi dedicato nel suo soggiorno romano a progetti con una forte dominante sociale, piuttosto che ad esercizi scolastici, nel [[1904]] Garnier presenta ad un concorso il primo piano generale del suo gigantesco progetto urbanistico, in linea con le utopie sociali di [[Charles Fourier]].
Con il titolo ''La Cité Industrielle''<ref>[http://www.museeurbaintonygarnier.com/italien/2_2.html Progetto sul sul sito del] [[:fr:Musée urbain Tony-Garnier|Museo urbano Tony-Garnier]]</ref><ref>[http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2008_83_3228.pdf "Fondamenti di Urbanistica" prof. Alessandra Barresi] [[Università di Reggio Calabria]]</ref><ref>[http://www.unich.it/fusero/lezioni%20pdf/18-industriale_garnier.pdf Modelli 6: città industriale] [[Università di Chieti]]</ref> il progetto è pubblicato nel [[1917]], in un volume riccamente illustrato. Lo schema si riferisce ad un insediamento di media grandezza (in realtà per la città di Lione), per gli abitanti e per l'equilibro natura-costruito. Garnier fissa in primo luogo le caratteristiche geografiche e le condizioni demografiche da prevedere per l'insediamento di nuova fondazione, destinato a 35.000 abitanti. Il luogo “tipo” assegnato è una valle dominata da un'altura collinare e da un corso d'acqua utilizzato come fonte di energia elettrica. La presenza di un [[centro storico]] preesistente è l'ultima condizione di partenza. La persistenza di una rigorosa impronta classica è rintracciabile nel richiamo ai principi insediativi dell'[[antichità classica]], in forte contrapposizione con le scelte ottocentesche di crescita compatta ed illimitata. Si tratta di una visione territoriale della pianificazione, una segmentazione del tessuto urbano in zone funzionali ben distinte: quella industriale a contatto con la ferrovia e distaccata per motivi igienico-funzionali dalla zona residenziale, posta alle pendici di un promontorio collinare e separata da una fascia verde sia dalla zona industriale che da quella dei servizi del centro storico. A queste tre si aggiunge la zona ospedaliera, posta in alto sulla collina come un'acropoli moderna. Nella città c'è posto per l'industria non dannosa, che funziona con l'energia elettrica fornita da un'imponente centrale idroelettrica che sfrutta il corso d'acqua. Nei dintorni il verde, presente dappertutto, è concepito in linee d'alberi, aiuole fiorite, boschetti, come elemento di margine tra le zone funzionali.<br />
Nel 1932, il progetto conosce la seconda e definitiva pubblicazione.