Rocche del Roero: differenze tra le versioni

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[[File:Rocche9.JPG|right|200px250px|thumb|''Le Rocche del Roero'']]
 
Le '''Rocche del Roero''', caratteristiche dell'omonima zona denominata [[Roero]] (Piemonte), sono il risultato di un fenomeno geologico di [[erosione]] caratterizzato da forre profonde e calanchi pittoreschi generatisi in seguito all’evento cosiddetto della “Cattura del Tanaro”.
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==Reperti fossili==
La stratificazione geologica delle Rocche presenta numerosi elementi al cui interno spesso si possono trovare testimonianze fossili che hanno permesso la datazione degli strati e hanno fornito informazioni sull'evoluzione delle condizioni ambientali e climatiche del Roero, nei milioni di anni che precedettero la formazione dei calanchi e delle forre.
 
Partendo dalla base del profilo si incontrano le seguenti formazioni geologiche.
*Marne di Sant'Agata Fossili (Tortoniano-Messiniano inferiore). Rinvenuti fossili di piccole palme, di foraminiferi e di una specie di squalo ormai estinta, elementi indicatori di un ambiente marino profondo, il Bacino Terziario Piemontese.
*Formazione gessoso-solfifera (Messiniano). Rinvenuti fossili di Aphanius crassicaudus, un pesce caratteristico per lo sviluppo anomalo dello scheletro dovuto all'ipersalinità e di una specie di libella, l 'Oryctodiplax gypsorum, specie resistenti ad un ambiente fortemente salino, formatosi in seguito all'isolamento del Mediterraneo e al suo successivo prosciugamento. In generale, numerosi i resti fossili di vegetali e animali perché l'ambiente non consentiva la sopravvivenza di organismi decompositori.
*Facies a Congerie (Messiniano superiore). Rinvenuti fossili di molluschi (gasteropodi, bivalvi) e di piante erbacee, tipiche di un ambiente di delta e di palude, segno che le lagune dell'attuale Roero, si stavano anch'esse prosciugando, ricevendo i sedimenti da parte dei corsi d'acqua.
*Argille di Lugagnano o Argille Azzurre (Pliocene inferiore). Rinvenuti fossili nuovamente di origine marina, segno di un ritorno del mare a seguito della riapertura dello Stretto di Gibilterra. Molluschi (gasteropodi, bivalvi, scafopodi...) e crostacei.
*Sabbie di Asti (Pliocene medio). Rinvenuti fossili di tipo marino tra cui molluschi e cefalopodi, ma all'interno di un deposito sabbioso, indicatore di una progressiva regressione del mare dovuta al sollevamento crostale in corso nell'area del Bacino Terziario Piemontese.
*Complesso Villafranchiano (Pliocene superiore – Pleistocene). Rinvenuti fossili di vegetali e animali, quali il mastodonte Anancus arvenensis, rinoceronti, bovidi, iene, su depositi di ghiaie incoerenti e paleosuoli maturati in seguito al definitivo ritiro del mare.
 
==Il mito==
“La leggenda vuole [[Belzebù]] stesso come artefice delle Rocche. Si racconta che alcuni castellani e feudatari delle terre poste alla confluenza tra Tanaro e Stura, desiderosi di sottrarsi alla presenza dei tiranni, avessero deciso di costruire una roccaforte. Per renderla inespugnabile occorreva rimodellare e alzare il territorio, ma l'impresa sembrava impossibile. Improvvisamente dalle acque del [[Tanaro]] emerse Belzebù che, pattuita la contropartita in anime, si mise al lavoro. Con un cesto ed una vanga grandi come non se ne erano mai visti, si avviò verso le colline di [[Pocapaglia]], dove scavò per una notte intera. La mattina erano sorte l'erta di [[Cherasco]] e le rocche di Pocapaglia e del [[Roero]]”.
 
==Galleria==
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File:Biotopo di Canale.jpg|Biotopo di Canale
 
==Bibliografia==
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*Ecomuseo delle Rocche del Roero
 
[[Categoria:Geologia]]
<noinclude>{{Categorizzare|geologia}}</noinclude>