Musica modale: differenze tra le versioni

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===Il jazz modale===
Il ''[[jazz modale]]'' è una forma di jazz che si è sviluppata a partire dalla fine degli anni '50 del '900 (registrazione discografica spartiacque è ''[[Kind of blue]]'' di [[Miles Davis]] del 1959) come reazione all'ipertrofia armonico-tonale del ''[[be bop]]'', che era arrivato a successioni armoniche densissime di accordi e livelli di difficoltà virtuosistica elevatissimi, e che luiDavis stesso affermava di non riuscire a suonare per l'inadeguatezza che avevano<ref>Kind Of Blue, libretto del CD dell'edizione rimasterizzata del 1997</ref>. Le strutture armoniche vennero così semplificate drasticamente: in uno dei brani simbolo del [[jazz modale]], ''[[So What (Miles Davis)|So What]]'' (in ''[[Kind of blue]]''; il brano è tuttora usato per insegnare il jazz modale), la successione di accordi è ridotta semplicemente a due, a distanza di semitono, che riempiono zone temporali molto vaste ma ben definite all'interno del pezzo, al di fuori di qualsiasi logica o regola [[armonia tonale|armonico-tonale]]. L'improvvisazione solistica è libera di svilupparsi melodicamente usando le ''[[scala modale|scale modali]]'' abbinate ai due accordi del brano, con il solo vincolo del cambio di tonica (un semitono) corrispondente al passaggio da un accordo all'altro <ref>''Kind of blue'', libretto del CD</ref>. Altro brano degno di nota è ''[[Flamenco Sketches]]'', dove la libertà dei modalismi viene portata all'estremo, con tutti gli strumenti che seguono 5 scale modali di base, le quali inoltre possono cambiare a discrezione del solista di turno (che ovviamente marca il passaggio); l'improvvisatore in questo modo è totalmente libero da ogni convenzione, poiché decide se, cosa, come, quando e quanto suonare. Anche [[John Coltrane]] (che suonò in ''Kind of blue'') ha sperimentato improvvisazioni modali, basate su scale in cui la tonica resta costante durante tutto il pezzo, ed il contrabbasso esegue un ''[[ostinato]]'' che la ribadisce (ad esempio il brano intitolato significativamente ''India'').
 
Questa nuova tendenza si è poi sviluppata negli anni successivi, arrivando però anche al punto di avere brani che tornano ad essere "pieni di accordi". Già con ''[[Time remembered]]'' <ref>''The real book''</ref> e ''[[Very early]]'' <ref>''The new real book, vol. 1''</ref> di [[Bill Evans (pianista)|Bill Evans]], abbiamo successioni da un accordo per battuta, con continui cambi di tonica, seppure svincolati da qualsiasi logica tonale. Questo fa rilevare che il principio di modulazione, in particolare verso modi che ''non'' si ottengono per semplice trasposizione della tonica su un'altra nota della scala, viene mantenuto come elemento importante anche nel jazz modale (anche se al di fuori delle regole della tonalità), rimanendo all'interno della concezione del ''[[temperamento equabile]]''. Ciò distanzia il jazz modale dalle forme modali tradizionali a tonica fissa ed intonazione non temperata, costringendo a considerarlo una forma ibrida.