Stati Uniti d'America nella crisi di Abadan: differenze tra le versioni

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== Le paure USA ==
Purtroppo gli Inglesi erano partiti con l’idea di negoziare lo [[Dominion|status di Dominion]] per l’Iran e di salvare il salvabile del loro controllo sulla produzione petrolifera iraniana, ma in questo modo chiusero le porte al negoziato e il clima di totale incomprensione portò al ritiro dei tecnici britannici dai campi petroliferi e dalle raffinerie con un evidente inasprimento della controversia. [[File:TudehDemonstration1953.jpg|thumb|Dimostrazioni del Tudeh a Teheran|right]] Gli Usa rimasero molto spaventati dall’idea di un'avanzata russa verso l’Iran per una serie di preoccupazioni ben esposte da [[Lovett]]: vuoto nell’approvvigionamento petrolifero occidentale, espansione dell’[[Impero sovietico]] fino al [[Golfo Persico]], la caduta dell’[[Afghanistan]] nella rete comunista, l’impossibilità di difendere la [[Turchia]], l’apertura di una breccia nella [[dottrina Truman]], la possibilità che [[Mosca]] utilizzasse l’Iran come trampolino di lancio verso il [[Medio Oriente]], il Mediterraneo Orientale e il [[canale di Suez]]. Per tutti questi motivi era essenziale mantenere l'orientamento dell'Iran verso gli USA e il mantenere la posizione britannica in M.O. al di là degli interessi petroliferi nella Regione. Vi era inoltre un altro pericolo grave ossia il Partito Comunista Iraniano, il Tudeh, il quale secondo l'ambasciatore americano a Teheran, Henderson, veniva ampiamente sottovalutato dall'opinione pubblica e dal Fronte Nazionale di [[Mohammad Mossadeq|Mossadeq]] convinto di poter controllare tranquillamente i comunisti locali. Per gli americani essi non capivano che in realtà una volta portata a compimento la crociata antibritannica a fianco del partito di Governo, il Tudeh avrebbe eliminato la concorrenza asservendo la Persia agli interessi di Mosca.
[[Mohammad_Mossadeq|Mossadeq]] giunse negli [[Stati Uniti d'America|USA]] per discutere la [[crisi di Abadan]] al [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite]] di New York e si recò anche a Washington colloqui con [[Truman]], [[Acheson]], [[McGhee]] e [[Nitze]], cosa che irritò non poco in nuovo governo conservatore britannico guidato da Wiston Churchill<ref>M. Gilbert, "Churchill and America", Londra 2005</ref>.