Gottfried Keller: differenze tra le versioni

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Keller trascorse la giovinezza tra povertà ed emarginazione. Spirito ribelle, nel 1833 si iscrisse alla scuola professionale del Cantone ma dopo solo un anno venne espulso con l'accusa di aver istigato una sommossa degli studenti. L'accusa, che si sarebbe rivelata ingiusta, accrebbe in lui il carattere scontroso e lo spinse ad abbandonare gli studi in favore della pittura. Prese lezioni dal paesaggista Peter Steiger prima, e del tedesco Rudolf Mayer poi, con esiti modesti ed imponendo alla famiglia sacrifici per il mantenimento, fino al 1838, anno in cui Mayer impazzì e Gottfied iniziò a scrivere le sue prime liriche.
 
Nel 1840, grazie ad un piccolo lascito, intraprese un viaggio a [[Monaco di Baviera|Monaco]]: fu un periodo scapigliato in cui l'artista fu oppresso dai debiti e costretto a chiedere costantemente denaro alla madre. Due anni dopo, non avendo conseguito risultati per lui apprezzabili, decise di rientrare a Zurigo e diventare scrittore. Fu un momento di depressione e crisi, che traspare nella prima stesura del romanzo autobiografico "''Enrico il verde''" (''DieDer grüne Heinrich'') che diverrà la sua opera più conosciuta.
Gli anni quaranta furono un periodo di lotte politiche progressiste (per poi assestarsi su posizioni [[Liberalismo|liberali]]) ed amori infelici (Luise Rieder, Johanna Kapp e Betty Tendering).
Nel 1848 le autorità cantonali gli conferirono un primo sussidio che gli permise di recarsi ad [[Heidelberg]], dove conobbe il filosofo [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]]; in lui avvenne una vera e propria rivoluzione che lo portò alla conversione religiosa.