Cinema francese d'avanguardia: differenze tra le versioni

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Parigi era la grande capitale culturale d'Europa e i numerosi intellettuali ([[Guillaume Apollinaire]], [[Blaise Cendrars]], [[Jean Cocteau]], [[Colette]], ecc.) scrivevano di cinema sulla rivista ''Film'', diretta da [[Louis Delluc]], che era il principale veicolo delle nuove idee. C'era convergenza circa la volontà di abbandonare i modelli narrativi del decennio precedente, considerati già stereotipati e banali, in favore di nuove sperimentazioni.
 
L'industria francese, rispetto al [[cinema americano]], era molto più flessibile e favoriva lo sviluppo di autori indipendenti, non necessariamente finalizzati a necessità commerciali, con una pluralità di piccole e medie compagnie di produzione. Le grandi aziende quali [[Pathé]] e la [[GaumondGaumont]] erano infatti concentrate tutte sulla distribuzione e trascuravano la produzione, che restava in larga parte autonoma. Importante fu il contributo del [[mecenatismo]] di industriali e aristocratici, che erano interessati allo sviluppo delle arti, anche sperimentali.
 
Già nel [[1913]] il pittore [[Leopold Survage]] aveva proposto l'idea di un "cinema puro", composto di sole figure geometriche senza narrazione, un po' come il di poco successivo [[cinema futurista]], ma ciò si era rivelato, dopo l'iniziale stupore, terribilmente ripetitivo.