Galvanismo: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Esperimenti con rane - Galvani.jpg|thumb|300px|Disegno che illustra alcuni degli esperimenti effettuati da Galvani sulle rane.]]
 
== L'esperimento della scintilla==
Nei famosi [[esperimento|esperimenti]] effettuati sulle [[rana|rane]], in un primo momento, Galvani notò, quasi per caso, che toccando con un [[Conduttore elettrico|conduttore]] elettricamente carico i nervi di una rana sezionata, si contraevano i muscoli. Successivamente rilevò che si provocava la contrazione del muscolo anche ponendo semplicemente un [[Arco (geometria)|arco]] composto alle estremità da due [[metallo|metalli]] diversi, tra i nervi lombari e i muscoli della coscia. In seguito a queste esperienze Galvani ipotizzò che i muscoli degli esseri viventi potessero avere delle forti analogie con la [[bottiglia di Leida]]. Secondo Galvani entrambe erano in grado di immagazzinare una [[carica elettrica]] che poteva essere scaricata e che nelle rane provocava la contrazione dei muscoli, anche dopo la [[morte]].
Era il [[1781]] quando Luigi Galvani, nel suo laboratorio domestico, aveva preparato una rana<ref>La scelta delle rane dipende soltanto dalla presenza copiosa di questo animale nell'ambiante paludoso attorno Bologna.</ref>, con i nervi crurali e il [[Midollo spinale|midollo]] isolati, posta ad una certa distanza da una macchina elettrica. Durante lo scocco di una [[scintilla]] uno dei suoi assistenti toccò per sbaglio con un bisturi il nervo crurale interno della rana e ci fu un'intensa contrazione dei [[muscolo|muscoli]] delle zampe dell'animale. Galvani rimase impressionato da questo evento e decise di approfondire e tentare di spiegare questo fenomeno.
Galvani chiamò il fenomeno alla base di tale comportamento ''elettricità animale'' credendo di aver scoperto una differente forma di [[elettricità]] diversa da quella artificiale e da quella atmosferica. In quel periodo storico non era ancora chiaro che i diversi tipi di manifestazioni elettriche erano forme diverse dello stesso fenomeno fisico. Successivamente gli fu dato anche il nome di ''elettricità biologica''.
Gli studiosi di quel tempo e anche i successivi ritennero che l’eccitazione di Galvani alla vista delle contrazioni della rana derivasse dalla sua ignoranza per i più elementari concetti di elettro-fisica. Ma a differenza degli altri, si era reso conto che vi era una relazione limitata tra l'intensità della [[carica elettrica]] e lo sviluppo delle contrazioni: se la forza della scarica veniva aumentata oltre un certo valore non venivano prodotte contrazioni più forti e, al contrario, quando si riduceva l’intensità dello stimolo al di sotto di un certo livello le contrazioni potevano cessare. Infine, Galvani sottolineò che, se in alcune preparazioni non vi erano più contrazioni dopo ripetute applicazioni del fluido elettrico, si potevano riottenere se l’animale non veniva stimolato per un po' di tempo o era sottoposto ad alcuni trattamenti.
Nella sua opera ''De viribus electricitatis... in motu musculari commentarius'' del [[1791]], Galvani riferì delle sue numerose esperienze su animali effettuate negli [[anni 1780]].
Allora nella mente dello studioso bolognese era sorto il dubbio che le [[Contrazione muscolare|contrazioni muscolari]] non erano dovute a scariche elettriche esterne, ma derivassero invece da una forza interna, propria dell’animale, stimolata dalla forza elettrica esterna.
 
==Le prime ipotesi==
La teoria di Galvani fu fortemente contestata dai suoi oppositori contemporanei. Essi sostenevano che le contrazioni dei muscoli della rana non erano dovuti a una ''elettricità animale'' ma semplicemente all'irritazione dei nervi dovuta a un apporto di elettricità ''estrinseca'' indotta dalla proprietà dell'arco bimetallico di muovere la corrente elettrica tra i due metalli diversi. Il motore della carica elettrica era quindi l'arco bimetallico e la rana era dunque solo un sensibile rilevatore.
[[Benjamin Franklin]], nel [[1750]], aveva dimostrato che nell'atmosfera è presente una carica elettrica naturale che genera i [[Lampo|lampi]]. Così Galvani nel 1786 cercò di capire come l'elettricità presente nell'atmosfera potesse influire sulle contrazioni: [[Immagine:Esp-galvani.gif‎|thumb|300px|Esperimento sull'elettricità atmosferica.]]
Volta, durante lo studio per confutare le teorie di Galvani, scoprì dapprima il [[potenziale di contatto]] ed in seguito trasse ispirazione per l'invenzione della [[Pila di Volta|pila]], con cui dimostrò che era possibile produrre una tensione e una corrente elettrica anche in assenza di una fonte organica ma semplicemente ponendo in contatto materiali a diversa [[Conduttività elettrica|conduttività]].
{{quote|''ogni volta che balenavano i fulmini, nel medesimo istante tutti i muscoli subivano violente e numerose contrazioni, così che, come i baleni dei fulmini sogliono precedere il tuono, e quasi preavvertirlo, così i movimenti e le contrazioni muscolari di quegli animali; anzi il manifestarsi dei fenomeni fu così imponente che le contrazioni avvenivano anche senza applicare il conduttore dei muscoli e senza isolare i conduttori dei nervi<ref>Luigi Galvani, ''De viribus electricitatis in motu musculari commentarius, in De Bononiensi Scientiarum et Artium Instituto atque Academia Commentarii'', vol. VII, Bononiae, Ex Typographia Instituti Scientiarum, 1791.</ref>”''|Luigi Galvani}}
 
Ma le contrazioni avvenivano anche se la giornata era serena e se si ripeteva l'esperimento in casa nelle stesse condizioni e allora non sembravano dipendere dall’elettricità atmosferica. Dopo molti tentativi riuscì ad ottenere le contrazioni collegando, attraverso un conduttore metallico, le strutture nervose (nervi crurali o midollo spinale) e i muscoli delle zampe così da creare un circuito “come nella [[bottiglia di Leida]]”. Galvani giunse alla conclusione che era presente negli animali una forma di elettricità intrinseca che induceva le contrazioni e la chiamò “elettricità animale”. Secondo la sua opinione similmente alla bottiglia di Leida (il primo [[Accumulatore di carica elettrica|accumulatore]] di energia elettrica) , l’animale è infatti capace di immagazzinare il fluido elettrico e di mantenerlo in uno stato di “disequilibrio”, e l'arco conduttivo è in grado di mettere in movimento l’elettricità animale, che attraversa i nervi considerati dei [[Conduttore elettrico|conduttori]], producendo la contrazione muscolare.
I moderni studi sugli effetti galvanici fanno parte dell'[[elettrofisiologia]], di cui Galvani è considerato il padre fondatore, anche se la teoria originale di Galvani è stata abbandonata. Il termine ''galvanismo'' ormai è usato solo in contesti storici anche se nel parlato comune è rimasto il modo di dire ''essere galvanizzato'' per indicare uno stato di eccitazione psicofisica.
 
==La controversia Galvani-Volta==
Anche la [[letteratura]] ha tratto ispirazione da questi studi. L'esempio più noto è quello di [[Frankenstein]] di [[Mary Shelley]] in cui veniva usata una forte scarica elettrica per riportare in [[vita]] la ''creatura''.
Dopo la pubblicazione del "De viribus electricitatis in motu musculari commentarius" nel [[1791]] ci fu un grande clamore per la scoperta dell'elettricità animale tant'è che lo stesso [[Alessandro Volta]] espresse la sua ammirazione nei confronti di Galvani. Tuttavia l'entusiasmo durò poco: infatti lo scienziato di Pavia si era reso conto che si poteva creare la contrazione nelle rane attraverso l'uso di un arco bimetallico posto a contatto tra due parti dello stesso nervo senza nemmeno considerare i muscoli<ref>Alessandro Volta, ''Memoria seconda sull'elettricità animale'', dal giornale fisico-medico del sig. Brugnatelli, 1792.</ref>.
Allora l'ipotesi di Galvani, che riteneva il sistema nervi-muscoli come una bottiglia di leida e la maggior efficacia di provocare contrazioni con un arco bimetallico, iniziava a perdere fondamento. Inoltre Volta iniziò a considerare l’idea che l’elettricità potesse derivare dai metalli stessi; infatti tra i vari esperimenti usò l'arco bimetallico sulla lingua, nella quale provocò un sapore acido e non contrazioni, e sugli occhi, nei quali dava la sensazione di luce, e ritenne che gli effetti fisiologici erano determinati in base al tipo di [[Nervo|fibre nervose]] stimolate e quindi non erano i muscoli (nei quali per Galvani era concentrata l'elettricità animale) a determinarli.
Galvani invece dimostrò nel [[1797]] che la contrazione poteva essere provocata connettendo due nervi dello stesso animale senza l'utilizzo di materiali estranei alla stessa rana. Ma questo esperimento,considerato dal fisiologo tedesco [[Emil Du Bois Reymond]] come l'esperimento fondamentale dell'[[elettrofisiologia]] che poteva porre le basi per la nascita di questa nuova scienza, non venne considerato nella sua reale importanza anche perchè Volta ormai stava concentrando le sue energie nella creazione di una macchina che potesse generare energia. Così, dopo vari tentativi e fallimenti, attraverso l'alternarsi di metalli diversi a dischi di carta bagnati di una soluzione salina, inventò la [[pila di Volta|pila]]. Il successo di questa invenzione portò in auge Volta e l'ipotesi dell'elettricità animale venne accantonata per molti anni. Tuttavia lo scienziato di [[Pavia]] non aveva compreso che a generare elettricità erano gli ioni presenti nella soluzione salina e che i metalli, nei quali credeva l'origine dell'energia, trasformavano l'energia chimica di questi [[Ione|ioni]] in energia elettrica.
Molti studiosi hanno affermato come le scoperte di Galvani abbiano contribuito e incentivato le ricerche di Volta che hanno portato all'invenzione della pila e proprio per questo motivo che gli studi dei due scienziati sono così intrecciati<ref>Adolphe Ganot, ''Corso di fisica'', Milano, Pagnoni, 1817.</ref>.
 
==Conclusioni==
[[Immagine:A_Galvanised_Corpse.jpg‎|thumb|300px|Vignetta umoristica su Giovanni Aldini.]]
L'ipotesi di un'elettricità animale è stata confermata dagli studi elettrofisiologici che sono stati condotti negli ultimi secoli. Infatti una tale elettricità è presente in tutti gli esseri viventi e, come pensò Galvani, essa esiste in uno stato di disequilibrio prodotto da [[Gradiente di concentrazione|gradienti di concentrazioni]] e [[Pompa protonica|pompe proteiche]]. Oggigiorno viene chiamato [[potenziale di membrana]], ma a quel tempo era difficile immaginare che la conduzione nervosa derivasse da un flusso elettrico presente nel nostro organismo in grado di stimolare e di essere stimolato. Inoltre le macchine elettriche di quell'epoca e anche alcuni pesci come le [[torpedine|torpedini]] erano in grado di produrre scintille a differenza dell'elettricità animale. Per questo Galvani ritenne che questo tipo di elettricità dovesse essere diversa tant'è che negli anni successivi venne rinominata come “fluido galvanico”. Volta invece arrivò ad escludere completamente la presenza di questo fluido all'interno dell'organismo sebbene dopo l'invenzione della pila furono evidenti le somiglianze tra l'elettricità prodotta da questa e quella di Galvani: tutte e due infatti non erano in grado di produrre scintille ed erano caratterizzate da una grande carica ed da un basso [[tensione elettrica|voltaggio]]. Queste proprietà spiegano l'ambiguità della batteria alla quale venne attribuito l'aggettivo “galvanico” stando proprio ad indicare questa forma di corrente continua e a bassa tensione.
 
Anche la [[letteratura]] ha tratto ispirazione da questi studi. Soprattutto il nipote di Galvani, [[Giovanni Aldini]], tra il [[1802]] e il [[1803]], a Londra eseguì degli esperimenti su cadaveri umani e animali. Collegava elettrodi a teste umane mozzate ed otteneva delle raccapriccianti deformazioni dei volti e anche l'apertura degli occhi. Invece se gli elettrodi venivano collegati a corpi decapitati come risultato si avevano vere e proprie convulsioni e movimento degli arti. Ma Aldini si rese conto che le scariche elettriche non avevano effetti sul cuore e quindi era impossibile rianimare i cadaveri. Proprio dai suoi esperimenti [[Mary Shelley]] trasse ispirazione per il personaggio di [[Frankenstein]] in cui veniva usata una forte scarica elettrica per riportare in [[vita]] la ''creatura''.
 
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Luigi Galvani, ''De viribus electricitatis in motu musculari commentarius'', Modena, 1791
*Luigi Galvani, ''Dell'uso e dell'attività dell'arco conduttore nelle contrazioni dei muscoli'', San Tommaso d'Aquino, Bologna, 1794
*Luigi Galvani, Lazzaro Spallanzani, Giovanni Aldini, ''Memorie sulla elettricità animale di Luigi Galvani, p. prof. di notomià nella Università di Bologna al celebre abate Lazzaro Spallanzani ...: aggiunte alcune elettriche esperienze di Gio. Aldini P. prof di Fisica'', Bologna, Per le stampe del Sassi, 1797
*Luigi Galvani, ''Memorie ed esperimenti inediti'', Bologna, Cappelli, 1937
*Adolphe Ganot, Corso di fisica, Milano, Pagnoni, 1817
*Jean Louis Alibert, ''Elogio storico di Luigi Galvani'',San. Tommaso d'Aquino, 1802
*Marcello Pera, ''La rana ambigua'', Einaudi, 1986
*Marco Piccolino e Marco Bresaola, ''Rane, torpedini e scintille, Galvani, Volta e l'elettricità animale'', Bollati Boringhieri, 2003
 
==Voci correlate==
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* [[Giovanni Aldini]]
* [[Galvanizzazione]]
* [[Alessandro Volta]]
 
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