Metodo delle caratteristiche: differenze tra le versioni

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Esistono vari modi di introdurre questo metodo, di fatto tutti equivalenti. Il modo più semplice per capire il significato intrinseco è quello di introdurre le caratteristiche (almeno nel caso monodimensionale omogeneo) come le curve lungo le quali la soluzione è costante. Nel caso multidimensionale le cose si complicano un po', introducendo gli [[invarianti di Riemann]], che sono le quantità che si conservano e permettono di ricostruire la soluzione (che però non è più in generale costante lungo le caratteristiche). Come esempio cercheremo una funzione <math>u(x,t)</math> soluzione dell'equazione:
 
:<math>(\partial_t +av\partial_x)u(x,t)=0</math>
 
detta [[equazione del trasporto]] contornata di opportune [[condizioni al bordo]]:
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:<math> u(x,0)=g(x) </math>
 
Per semplicità supporremo <math>av</math> costante. Per inciso, quest'equazione esprime il bilancio della quantità rappresentata da ''u''. Integrando infatti nella variabile ''x'' e supponendo ''u'' almeno di classe <math>C^{1}</math> rispetto al tempo in modo da poter scambiare derivata e integrale, si ottiene che la variazione nel tempo dell'integrale di ''u'' è eguagliata dal flusso netto di ''u'' agli estremi del dominio:
 
:<math>\frac{d}{dt}\int_{x_1}^{x_2}u=av\left( u(x_1)- u(x_2) \right).</math>
 
Il metodo delle caratteristiche consiste nel cercare una soluzione del tipo <math>u(\phi(t),t)</math>, dove una variabile (qui la ''x'') è sostituita da una funzione, finora arbitraria, di una delle altre variabili. Notiamo che:
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Sostituendo nell'equazione originaria otteniamo:
 
:<math>(\partial_t +av\partial_\phi )u(\phi (t),t)=(\frac{d}{dt}+\left[ av-\frac{d\phi}{dt}\right] \partial_\phi)u(\phi (t),t)</math>
 
A questo punto, se imponiamo che il termine tra parentesi quadre si annulli, otteniamo il seguente sistema di equazioni:
 
:<math>\qquad \begin{cases} \frac{d}{dt} u(\phi(t),t)= 0\,\! \\
\frac{d\,\phi(t)}{dt} = av\,\! \end{cases}</math>
 
Abbiamo quindi trasformato un problema alle derivate parziali in un sistema di equazioni differenziali ordinarie. Le soluzioni <math>\phi(t)</math> si dicono ''caratteristiche'': in virtù della prima equazione le curve <math>x=\phi(t)</math> sono quelle curve lungo le quali la funzione ''u'' è costante. In questo caso le caratteristiche sono molto semplici da trovare, dato che una generica soluzione della seconda equazione è un fascio di rette <math>\phi(t) = x_0 +av(t-t_0)</math>. Dato che su queste rette la soluzione non varia, volendo sapere il valore di <math>u(x,t)</math>, basterà risalire la caratteristica passante per quel punto, fino ad incontrare un pezzo di bordo su cui sia assegnata o una condizione al contorno o un dato iniziale. Se supponiamo il problema definito su tutto <math>\mathbb{R}</math>, occorre risalire la caratteristica fino al tempo in cui è assegnato il dato iniziale <math>g(x)</math>. Quindi, se <math>t_0=0</math>, abbiamo
 
:<math>u(x,t)=u(x-atvt,0)=g(x-atvt) \ </math>
 
La soluzione è dunque un'onda viaggiante di velocità a''v'' nel verso positivo (negativo) dell'asse delle x se a è positivo (negativo). Notiamo che il dato iniziale è trasportato ''rigidamente'' e che dunque ogni quantità si conserva. In particolare, se il dato iniziale è di classe <math>C^k</math>, ad ogni tempo <math>t_1>0</math>, <math>u(x,t_1)</math> sarà di classe <math>C^k</math>.
 
==Il metodo delle caratteristiche nel caso non lineare==