Carlo Luigi Invernizzi: differenze tra le versioni

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Già nel [[1848]] partecipa ai moti contro gli Austriaci, scoppiati in città nel marzo sull'onda delle notizie dell'insurrezione a Milano, inerpicandosi sulla cupola del Duomo dove inalbera il tricolore sulla statua di Sant'Alessandro.
 
Nel 1860 insieme al fratello Pietro (un terzo fratello: Luigi li raggiungerà con la spedizione Medici) si imbarca con Garibaldi a Quarto. A Palermo comanda il gruppo che difende per tre giorni il Convento dei Sette Angeli {{cn|salvando le 46 monache e educande e spegnendo l'incendio preservando tutti gli arredi}}. Questo episodio, citato anche da Giulio Cesare Abba, gli valse un attestato di riconoscenza redatto dalla Abbadessa Donna Concetta Raffaella Del Bosco.
Lasciato il servizio, tornò a [[Messina]] dove si sposò e visse,lavorando come impiegato per alcuni anni nell'amministrazione pubblica e poi in imprese private. L'impiego non gli impedì di partecipare alla spedizione di Garibaldi del 1862, che si concluse in Aspromonte, e a quella del 1866.
 
In occasione del terrificante [[Terremoto del 28 dicembre 1908]], rimase travolto dalla sua abitazione insieme ai suoi familiari; a causa dei gravi traumi riportati, si spense due giorni dopo.
 
Ha lasciato una lettera-diario in cui racconta i fatti che lo hanno visto protagonista e che è contenuta nel volume "Bergamo e i Mille", a cura del Regio Liceo P. Sarpi, ed. Arti Grafiche, Bergamo, 1932.