Battaglia di Porta Lame: differenze tra le versioni
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==La battaglia==
In vista di un'azione imponente nel centro cittadino i distaccamenti della 7° GAP avevano installato due basi, la principale (230 unità), guidata da [[Giovanni Martini]] "Paolo" con [[Ferruccio Magnani]] "Giacomo" commissario politico, nei sotterranei dell'ospedale Maggiore distrutto dai bombardamenti alleati, e una seconda guidata da [[Bruno Gualandi]] "Aldo" con [[Lino Michelini]] "William" commissario politico. (75 unità) in uno stabile presso il vicolo del Macello in prossimità dell'area dell'ex porto fluviale delle città. Alle 6 e 15 del 7 novembre, scoperta casualmente la base di via del Macello da parte dei tedeschi, ebbe inizio la prima fase dello scontro. Le forze tedesche e repubblichine misero in atto un piano di attacco coordinato, spostando e restringendo il perimetro d'azione, e intensificando la pressione sui nemici con l' uso di armi a tiro lungo (mortai, pezzi da 88
Quando, dopo più di dieci ore di combattimento le truppe tedesche occuparono i locali delle basi gappiste, esse erano già state evacuate, visto che gli occupanti avevano ripiegato secondo un piano predisposto verso altre basi localizzate nella prima periferia, portando con se armi e feriti e facendo perdere le proprie tracce grazie all'abbondante uso di fumogeni.
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==Testimonianze==
Oggi, a ricordo della battaglia, presso Porta Lame sono disposte due statue di giovani partigiani (opera di [[Luciano Minguzzi]]), forgiate con il bronzo fuso dalla statua equestre di [[Benito Mussolini]] che si trovava all'interno dell'attuale [[Stadio Renato Dall'Ara]] la quale a sua volta era stata forgiata attraverso la fusione di tre cannoni, sottratti agli austriaci durante la battaglia dell 8 agosto 1848 svoltasi a [[Porta Galliera]].
Oltre ad esse una lapide commemorativa ricorda i nomi dei caduti dello schieramento partigiano.
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