Carlo Stuparich: differenze tra le versioni
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==Biografia==
[[Irredentismo italiano|Irredentista]], volontario nella [[prima guerra mondiale]], assieme al fratello Giani, rimasto isolato durante un attacco austriaco, vicino al forte Corbin, in Val Sillà sul [[Monte Cengio]] ([[Altopiano di Asiago]]), dopo aver perduto tutti i suoi uomini, decise di togliersi la vita per non cadere nelle mani del nemico.
Nel 1918, alla memoria del Sottotenente Carlo Stuparich del [[1º Reggimento "Granatieri di Sardegna"|1º reggimento]] dei [[Granatieri di Sardegna]] del XCII battaglione M.T., venne conferita la [[Medaglia d'oro al valor militare]]. In sua memoria venne intitolato uno dei 41 [[Cimiteri di guerra dell'Altopiano dei Sette Comuni]].
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[[File:Carlo Stuparich Con La Madre Gisella.jpg|thumb|Carlo Stuparich con la madre Gisella]]
Nel 1919 la casa editrice La Voce pubblicò postumo ''Cose e ombre di uno'',
Nel libro '' la strada di Podestaria '' a cura di Giuseppe Sandrini ( Verona, Alba Pratalia 2005) sono state pubblicate diciotto lettere scritte al fratello Giani, quando i due Stuparich, vennero comandati in due diverse località.
Oltre il racconto ''La strada di Podestaria'' scritto da Giani Stuparich, lo scrittore triestino dedicherà al fratello Carlo il libro: ''Colloqui con mio fratello'' (Treves, Milano 1925).
La città di Milano gli ha dedicato un piazzale e a Roma, c'è una strada con il suo nome.
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