Petros Mavromichalis: differenze tra le versioni

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Dopo l'estate del 1822, Petrobey al ritorno dalla guerra, lasciò il comando delle truppe ai suoi figli (due dei quali erano morti in battaglia). Continuò la sua opera di mediatore quando si accesero delle dispute fra i ''kapetanaioi'' e divenne il capo del ''Senato messeno'' un consiglio di preminenti capi rivoluzionari. Provò anche a chiedere un sostegno da parte dell'[[Occidente]] con l'invio di una serie di lettere ai leader [[filellenismo|filoellenici]] in [[Europa]] e negli [[Stati Uniti]].
 
Dopo la rivoluzione, Petrobey divenne un membro del ''Senato greco'' sotto la presidenza di [[Ioannis Kapodistrias]]. I due uomini giunserò però presto ad uno scontro in seguito all'insistenza di Kapodistrias sulla creazione di un'amministrazione centralizzata regionale, sulla base di nomine politiche, che sostituisse il tradizionale sistema di autorità familiare. Il fratello di Petros, [[Tzanis Mavromichalis|Tzanis]], condusse una rivolta contro il governatore nominato di [[Laconia]]; a quel punto i due fratelli vennero invitati ad incontrare Kapodistrias e negoziare una soluzione, ma quando si presentarono vennero arrestati. Dalla sua cella della prigione Petros cercò di negoziare un accordo con Kapodistrias, il quale rifiutò decisamente l'invito. La crisi venne poi risolta con mezzi più tradizionali; il fratello di Petros, [[Konstantinos Mavromichalis|Konstantinos]] e suo figlio [[Georgios Mavromichalis|Georgios]] assassinarono Kapodistrias il 9 ottobre 1831. Petros pubblicamente disapprovò l'omicidio. A Kapodistrias succedette il re [[Ottone I di Grecia]], il cui atteggiamento verso i ''kapetanaioi'' fu molto più amichevole. Petros divenne vice-presidentevicepresidente del Consiglio di Stato e successivamente senatore. Morì ad [[Atene]] il 17 gennaio 1848 e fu sepolto con i massimi onori.
 
== Onorificenze ==