Passaggio per pesci: differenze tra le versioni

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In [[Italia]] la presenza di dispositivi di risalita in prossimità degli sbarramenti idrici sarebbe obbligatoria già dal [[1914]], con il [[Regio Decreto]] 1486 ("Regolamento per la pesca fluviale e lacuale"). L'obbligo viene ribadito nel [[1931]] dall'art. 10 del "Testo Unico delle leggi sulla pesca" (R.D. 8/10/1931, n. 1604).
 
I più antichi impianti di rimonta italiani risalgono agli [[anni 1890|anni novanta]] dell'[[Ottocento]]: il primo di essi fu messo in opera a [[Sesto Calende]], sul corso del [[Ticino (fiume)|Ticino]], nel 1891, per superare lo sbarramento della diga sul [[Canale Villoresi]]<ref name="abr FVG 16"/>. Altri impianti seguirono negli anni successivi,: sul [[Adda|fiume Adda]] (nel 1893, presso [[Robbiate]] e [[Paderno d'Adda]]), sul [[Lambro]] a [[Cerro]], sul [[Tanaro]], sullasul [[Parma (fiume)|Parma]], e sull'alto corso del [[Mella]]<ref name="abr FVG 16">''[http://www.abr.fvg.it/studi-e-ricerche/ecologia-acque/passaggi-per-pesci/passaggi-per-pesci.pdf Passaggi per pesci – Considerazioni generali]'', [[Autorità di bacino]] regionale del Friuli Venezia Giulia, p. 16</ref>.
 
I primi segnali di attenzione al fenomeno risalgono al 1910, con la pubblicazione di un articolo, «''Le Scale di monta''», pubblicato da Luigi Orsenigo sul "Bollettino della Società Lombarda per la pesca e l'acquicoltura"<ref name="abr FVG 15"/>. Pochi anni dopo, l'argomento fu poi oggetto di trattazione da parte di Felice Supino, nel manuale ''Idrobiologia applicata'', pubblicato da [[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]]<ref name="abr FVG 15"/>.
 
Ne seguì un vuoto di interesse durato decenni, con un risveglio nel 1984, conche si concretizzò in un convegno organizzato a [[Modena]] dall'[[provincia di Modena|amministrazione provinciale]], a cui diedero un contributo determinatedeterminante alcune istituzioni politiche non italiane, come il Ministero dell'ambiente [[Francia|francese]], [[Inghilterra|inglese]] e il [[Stati federati della Germania|Land]] [[Germania|tedesco]] del [[Baden-Württemberg]]<ref name="abr FVG 16"/>. Fecero seguito ulteriori convegni (Milano 1985, Modena 1989) che determinarono un processo che portò all'elaborazione di una pubblicazione di linee guida per un'efficace messa in servizio dei dispositivi di rimonta, a opera di un comitato scientifico composto da esperti italiani e stranieri (''Linee guida per il corretto approccio metodologico alla progettazione di passaggi per pesci'')<ref name="abr FVG 17"/>. La pubblicazione fu presentata ufficialmente al 7º convegno tenuto a Modena il 16 Marzo 2006<ref name="abr FVG 17">''[http://www.abr.fvg.it/studi-e-ricerche/ecologia-acque/passaggi-per-pesci/passaggi-per-pesci.pdf Passaggi per pesci – Considerazioni generali]'', [[Autorità di bacino]] regionale del Friuli Venezia Giulia, p. 17</ref>.
MancaUna poicircostanza sfavorevole è, in Italia, a differenza di altri paesi, la mancanza di un'autorità che si occupi di pianificazione, sviluppo, controllo<ref name= "Ferri 4.3 35"/> e collaudo<ref name="abr FVG 17"/> di tali dispositivi. Manca, inoltre, una manualistica di riferimento in [[lingua italiana|italiano]], paragonabile per qualità a quella disponibile internazionalmente<ref name= "Ferri 4.3 35"/>. Per questo motivo, anche le lodevoli iniziative locali, non si inseriscono nel più ampio "''contesto di una pianificazione organica della riapertura dei corridoi migratori nei bacini idrografici nazionali''"<ref name= "Ferri 4.3 36">M. Ferri, E. Pini Prato, C. Comoglio e G. Marmulla, ''[http://www.mtsn.tn.it/pubblicazioni/18/87/05%20ferri.pdf La progettazione dei passaggi per pesci: il contributo italiano nella nuova commissione F.A.O. “Working Party On Fish Passage Best Practices”]'', «''Studi Trent. Sci. Nat.''», 87 (2010), par. 4.3, p. 36</ref>.
 
Per questa serie di motivi, la situazione in Italia è particolarmente grave, dal momento che l'obbligo di legge è vanificato di fatto dal comportamento elusivo e "impermeabile"<ref name= "Ferri 4.3 35"/> didei vari soggetti, come [[amministrazioni pubbliche|amministrazioni dello stato]], [[enti pubblici]], [[enti locali]], [[consorzi di bonifica]], aziende private, per i quali è prassi normale realizzare [[opere idrauliche]] di sbarramento senza alcuna previsione di dispositivi per agevolare la rimonta. L'effetto è che le realizzazioni pratiche di dispositivi di rimonta rimangono pochissime, facendo dell'Italia il «fanalino di coda» dei paesi sviluppati per quanto riguarda questo tipo di attenzioni faunistiche<ref name="abr FVG 15">''[http://www.abr.fvg.it/studi-e-ricerche/ecologia-acque/passaggi-per-pesci/passaggi-per-pesci.pdf Passaggi per pesci – Considerazioni generali]'', [[Autorità di bacino]] regionale del Friuli Venezia Giulia, p. 15</ref>.
 
==Note==