Máirtín Ó Direáin: differenze tra le versioni

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L'infanzia di Máirtín fu segnata, oltre che dalle impressioni della morte paterna, dalla dura povertà conseguente <ref>Si vedano per esempio alcuni brani autobiografici nel suo libro "Feamainn Bhealtaine": a p.41 "Coire Guairneáin" (Un vortice) sullo stordimento del ragazzino che per la prima volta riceve un compenso da portare alla madre (come altra volta un piccolo sussidio dalla parrocchia) per un lavoro di spaccasassi fra gli adulti; a p.43 "Driseacha is Coll" (Rovi e nocciòlo) sulla mancanza di mezzi di riscaldamento; a p.47 "Cliseadh na nDaoine Fásta" (Il crollo degli adulti) sulla necessità della madre di vendere alla disperata i campi paterni per sopravvivere,</ref>. Nei primi anni di vita Máirtín conosceva soltanto il gaelico; ma dovette imparare l'inglese quando andò a scuola (allora l'Irlanda apparteneva al Regno Unito e l'unica lingua ammessa, anche nelle scuole delle zone rimaste gaeliche, era l'inglese). Il suo maestro capì di avere uno scolaro eccezionale e, alla fine della scuola elementare, continuò volontariamente ad istruirlo - con un certo scandalo dei vicini che avrebbero preferito vederlo più dedito ai lavori campestri - al punto che nel 1928 Máirtín riuscì in un concorso ottenendo un impiego alla Posta della vicina città di Galway.
 
In questa città, ormai anglofona ma ancora aperta al gaelico delle zone vicine, egli potèpoté imparare a scrivere la propria lingua natia (frattanto dichiarata, sia pure a parole, lingua nazionale nell'Irlanda divenuta indipendente). Inoltre, nel tempo libero dal lavoro impiegatizio, ebbe varie occasioni di usarla, all'inizio semplicemente come oggetto di studio in qualità di parlante indigeno per certi studiosi <ref>Questo fu il primo guadagno "linguistico" per quel ragazzo isolano appena inurbato, che ne ricavò abbastanza per comprarsi un paio di scarpe nuove, come racconta umoristicamente in "Luach na mBróg" (Il costo delle scarpe), pp.126-128 di "Feamainn Bhealtaine").</ref>, ma poi in modo più attivo e personale: divenne segretario della sezione locale della Lega Gaelica e si prestò anche come attore in recite al Taibhdhearc, teatro gaelico fondato a Galway nel 1927. Di queste sue esperienze teatrali lasciò una vivace narrazione<ref>"Taibhdhearc na Gaillimhe" (Il Teatro Gaelico di Galway), pp.12-130 di "Feamainn Bhealtaine". </ref>, e tracce del suo interesse per la drammaturgia e il mondo del teatro si trovano anche in altri suoi scritti <ref>Si vedano p.es. le pp.97-99 e 147-149 di "Feamainn Bhealtaine".</ref>. Intanto il giovane si formava una cultura con ampie letture, e poiché queste erano in inglese sembra che tentasse di scrivere qualche racconto in quella lingua per lui non naturale, con risultati poco incoraggianti che poi descrisse con umorismo in un brano di ricordi<ref> "Saothar tiargála an ábhar scríbhneora" (Il tirocinio dell'aspirante scrittore), pp.99-101 di "Feamainn Bhealtaine" </ref>.
 
Nel 1937 passò a Dublino, dove lavorò come funzionario in varie amministrazioni anche della pubblica istruzione. In questa città, ben più grande di Galway e ben più lontana dalle zone gaeliche tradizionali, Máirtín cominciò a scrivere poesie in gaelico. La spinta occasionale gli venne da una conferenza d'un cultore del gaelico, che raccomandava di continuare a poetare con le vecchie metriche; Ó Direáin raccolse la prima parte del progetto, non la seconda, e due giorni prima del Natale 1938 compose la sua prima poesia, con una metrica libera.