Edoardo Toscano: differenze tra le versioni

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Il [[13 febbraio]] [[1989]] esce di prigione in libertà vigilata. In quel periodo la Banda è ormai divisa da una insanabile frattura per questioni di invidie e di denaro che, da lì a poco, avrebbe scatenato una sanguinosa faida tra il gruppo a cui faceva riferimento Toscano, cioè quello della Magliana e i Testaccini di [[Enrico De Pedis]].
 
Come si legge nell'ordinanza di rinvio a giudizio per il processo ai componenti della Banda: ''"Toscano dopo un comprensibile periodo, anche se breve, di riadattamento alla libertà, sicuramente tenta di riorganizzare le fila del sodalizio criminoso, che già in passato lo ha visto come uno dei capi indiscussi, aiutato in tale compito dai suoi vecchi accoliti. In tale contesto si trova di fronte il De Pedis e il Pernasetti che, unitamente al loro gruppo, si sono già consolidati. E' questo un quadro che fotografa esattamente la riottosità dei <<testaccini>> a condividere, con gli altri sodali, le attività nelle quali essi, ormai, hanno pressochè raggiunto il predominio incontrastato: agevolati, in ciò, dalla mancata presenza di coloro che, soli, avrebbero potuto porre un freno a tali eccessi di volontà di dominio."''<ref>[http://nottecriminale.wordpress.com/2011/11/14/banda-della-magliana-la-vera-storia-in-esclusiva-l%E2%80%99intera-ordinanza-di-sentenza/ Ordinanza di rinvio a giudizio contro la Banda della Magliana]</ref>
Toscano, che lamenta a ''Renatino'' la mancata assistenza ai familiari dei compagni in cella, si mette subito alla ricerca di quest'ultimo deciso a farlo fuori per poi fuggire all'estero, subito dopo l'omicidio. Messo al corrente dai suoi delle intenzioni vendicative dell'''Operaietto'' e giocando d'anticipo sul tempo rispetto all'ex amico ed ora rivale, De Pedis escogitò una trappola sapendo che Toscano aveva affidato in custodia una somma di denaro ad un panettiere di [[Ostia (Roma)|Ostia]] (Bruno Tosoni).
 
Toscano, che lamenta a ''Renatino'' soprattutto la mancata assistenza ai familiaridetenuti deie compagniai familiari indegli cellastessi, si mette subito alla ricerca di quest'ultimo deciso a farlo fuori per poi fuggire all'estero, subito dopo l'omicidio. Messo al corrente dai suoi delle intenzioni vendicative dell'''Operaietto'' e giocando d'anticipo sul tempo rispetto all'ex amico ed ora rivale, De Pedis escogitò una trappola sapendo che Toscano aveva affidato in custodia una somma di denaro ad un panettiere di [[Ostia (Roma)|Ostia]] (Bruno Tosoni).
 
Secondo le rivelazioni della pentita [[Fabiola Moretti]], interrogata nell’estate del 1994: ''"Renatino venne a sapere che Edoardo (Toscano, ndr) lo cercava e ritenne di doverlo uccidere, in quanto altrimenti sarebbe stato ucciso lui. Sapendo che Tosoni "reggeva" i soldi di Edoardo, circa 50 milioni di lire, offrì a costui una somma di altri 50 milioni perchè attirasse Toscano in un'imboscata. L’incarico di uccidere Toscano venne dato da Renatino a Ciletto e a Rufetto. Ciletto, cioè Angelo Cassani era entrato a far parte della banda in occasione dell’omicidio di Roberto Faina. Rufetto anche in altre occasioni era stato usato come killer dei Testaccini come in occasione dell’attentato a Raffaele Garofalo, detto Ciambellone , in piazza Piscinula, dove però il Ciambellone venne mancato. Rufetto faceva il killer già all’epoca di Abbruciati"''<ref>[http://books.google.it/books?id=lXBsixNJkUMC&pg=PA214&lpg=PA214&dq=Renatino+venne+a+sapere+che+Edoardo+lo+cercava+e+ritenne+di+doverlo+uccidere,+in+quanto+altrimenti+sarebbe+stato+ucciso+lui.+Sapendo+che&source=bl&ots=_7BBFnpwcL&sig=RlbVnyrDjo8ylLlnqY3uB0tUXfM&hl=it&sa=X&ei=zujVT8jgHsSN4gS5pKmdAw&ved=0CEsQ6AEwAA#v=onepage&q=Renatino%20venne%20a%20sapere%20che%20Edoardo%20lo%20cercava%20e%20ritenne%20di%20doverlo%20uccidere%2C%20in%20quanto%20altrimenti%20sarebbe%20stato%20ucciso%20lui.%20Sapendo%20che&f=false Ragazzi di malavita. Fatti e misfatti della banda della Magliana, Giovanni Bianconi]</ref>