Teoria e prassi del collettivismo oligarchico: differenze tra le versioni

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In questo primo capitolo, viene dettagliata la continua lotta di classe che ha caratterizzato le società umane; iniziando con l'osservazione storica che le società si sono sempre organizzate in caste gerarchice e classi sociali: gli Alti (coloro che comandano); i Medi (coloro che lavorano per gli Alti e aspirano a prenderne il posto) e i Bassi (quelli che hanno come unico obiettivo la sopravvivenza). L'autore (Goldstein) osserva che ciclicamente i Medi depongono gli Alti, arruolando i Bassi nella loro causa facendo ricorso a temi quali la "giustizia" e la "fratellanza umana", convicendoli che, una volta conquistato il potere, avrebbero avuto condizioni di vita più favorevoli, fatto salvo, riconsegnarli alla loro precedente situazione una volta arrivati al potere.
Nella prima metà del [[ventesimo secolo]], la classe Media, cercò di conseguire il potere con una pretesa ricerca di giustizia per tutti: "In tutte le varianti del [[Socialismo]] apparse dal 1900 in avanti l'obiettivo di conseguire libertà ed uguaglianza venne sempre più apertamente abbandonato. I nuovi movimenti politici che comparirono alla metà del secolo...hanno avuto lo scopo specifico di perpetuare la ''non'' libertà e la ''dis''uguaglianza"; perché il vero obiettivo era terminare la Storia, diventando una perpetua classe dominante (gli Alti) - composta non da [[aristocratici]] o [[plutocrazia|plutocratici]] ma da "burocrati, scienziati, tecnici, sindacalisti, pubblicisti, sciologi, insegnanti, giornalisti e politici di professione" originari della "classe media dei salariati e dai livelli più alti della classe lavoratrice".
Inoltre, nella metà del ventesimo secolo, la tecnologia ha reso possibile la fattibilità di una società [[totalitarismo|totalitaria]]; apparecchiature elettroniche, quali televisori rice-trasmittenti, rendono possibile lo spionaggio continuo della popolazione da parte del governo: "La possibilità di definire, non solo la completa obbedienza alla volontà dello Stato, ma la completa uniformità di pensiero su tutte le materie, ora esisteva per la prima volta". Dopo le rivoluzioni avvenute tra il 1950 e il 1960, la società disi divise negli Alti (il [[Partito Interno]]), i Medi (il [[Partito Esterno]]) e i Bassi (i Proletari, o [[Prolet]] in neolingua); i primi utilizzarono la tecnologia per assicurarsi perpetuamente la posizione dominante.
Il Partito Interno è guidato dal Grande Fratello, un leader che viene rappresentato come un semidio (probabilmente una figura fittizia) al quale tutti devono obbedienza e che tutti adorano. Il Partito Esterno ha compiti più amministrativi, e mette in opera le disposizioni del Partito Interno mentre i Prolet eseguono il lavoro di manovalanza. La massa della popolazione non si ribella al Partito perché la [[propaganda]] del [[Ministero_della_Verità|Minver]] nasconde fatti e informazioni che permetterebbero confronti tra gli stati e i sistemi politici e, quindi, scoprire il loro stato di schiavitù.
Generalmente i Prolet non sono soggetti alla propaganda: "Gli si può concedere libertà intellettuale perché non hanno intelletto", perciò nessun desiderio di ribellione. Invece, tutti i membri del Partito (Interno o Esterno) sono controllati in questo modo affinché sviluppino solo pensieri [[Politicamente_corretto|ortodossi]] senza deviazioni intellettuali quali Scetticismo o [[Liberismo]], perciò un membro del Partito "non deve avere sentimenti personali e niente meno che entusiasmo. Egli vive alla continua ricerca degli odiati nemici stranieri e dei traditori interni, e per servire il potere e la saggezza del Partito".