Protezione catodica: differenze tra le versioni

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La protezione catodica può essere attuata principalmente secondo due approcci:
* '''sistema a corrente impressa''': il metallo da proteggere è portato a un potenziale elettrico di sicurezza mediante una corrente impressa da una [[forza elettromotrice]] (''f.e.m.''). Il collegamento deve essere tale che il metallo si comporti da [[catodo]] mentre l'anodo è una diversa parte metallica generalmente destinata a consumarsi (''anodo solubile''); nella pratica la f.e.m. è generalmente fornita da un alimentatore in [[corrente continua]] adeguato allo scopo
* '''accoppiamento galvanico''' (o ad anodo sacrificale): il metallo da proteggere (che deve assumere la funzione di catodo) è collegato a un metallo di tipo diverso e piùmeno elettronegativo che funga spontaneamente da ''anodo sacrificale'' (seguendo questa tecnica, il [[http://books.google.it/books?id=D62kcMNE8ZkC&pg=PA37&lpg=PA37&dq=materiale+nobile+elettronegativita&source=bl&ots=-TYlaU1OhW&sig=EE_1cuPlkWi_iePVvsTlznvjxVc&hl=it#v=onepage&q=materiale%20nobile%20elettronegativita&f=falseferro]] da proteggere deve essere collegato con l'[[alluminio]], lo [[zinco]] o il [[http://www.dmfci.unict.it/siracusa/web1/materiale_didattico/ps17.pdfmagnesio]]). L'anodo sacrificale è destinato al progressivo consumo nel tempo e può essere necessaria la sua sostituzione periodica. Un utilizzo classico è quello sullo scafo metallico delle navi.
 
== Sistema a corrente impressa ==