David Golder: differenze tra le versioni

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==Antisemitismo==
Il carattere di Golder è fortemente negativo, sia per i valori che persegue - i soldi per i soldi, senza un progetto di lungo periodo <ref>Vedi il carattere contrapposto del protestante Tübingen</ref> - sia per il fisico repellente e la mente dominata dal risentimento e dall'avidità senza scrupoli. Il libro, in Francia, è stato accusato di essere anti-[[bolscevico]] e [[antisemitismo|antisemita]]. Anche se scrittori come [[Robert Brasillach]], [[Paul Morand]] o Jean-Pierre Maxence lo hanno apprezzato e difeso.<ref>Cf. . Philipponnat / Lienhardt [2006], pp 16-18</ref> Quando fu criticata come scrittrice antisemita, Irène Némirovsky dichiarò candidamente: "Perché i francesi [[Israeliti]] si vogliono riconoscere in David Golder?"<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt,'' La vie d'Irène Némirovsky'', Parigi (Grasset Denoël) 2007, pp 189, ISBN 2-246-68721-7.</ref>.
La figlia Gille nell'"autobiografia" di sua madre - Iréne Némirovsky, precisa che la scrittrice era un rampollo della borghesia ebraica russificata di Kiev e San Pietroburgo. La sua famiglia era riuscita a fuggire in Francia al tempo della rivoluzione bolscevica, mantenendo gran parte delle proprie ricchezze. Questo fatto, unito alla cultura e alle buone frequentazioni sociali, le permetteva di avere rapporti amichevoli con aristocratici impoveriti da cui, in Russia, sarebbe stata rifiutata. Data questa collocazione sociale e il desiderio di entrare a pieno titolo a far parte dell'alta borghesia parigina, attraverso un processo di [[Assimilazione culturale|assimilizzazioneassimilazione]] - molto diffuso tra gli ebrei del tempo<ref>MATTENKLOTT, Gert, Ebrei in Germania, postfazione di Claudia Sonino, Feltrinelli, Milano 1992 (titolo originale: Jüdische Intelligenz in deutschen Briefen 1619-1988, Frankfurt a.M. 1988 e in edizione riveduta e ampliata nel 1992 presso lo Jüdischer Verlag nel 1992 con il titolo Über Juden in Deutschland, 1992).</ref> - i Némirovsky erano orgogliosi della propria distanza dall'ebreo tradizionalista (o semplicemente meno assimilato). Fatto sta che i libri della Némirovsky sono popolati di figure ebraiche - nel migliore dei casi ambigue - nel peggiore, che meriterebbero un posto nella [[nosografia]] ebraica dell'[[Ebreo che odia se stesso|odio verso se stessi]] di [[Theodor Lessing]] o Sander L. Gilman<ref>Sander L. Gilman, Jewish Self-Hatred: Anti-Semitism and the Hidden Language of the Jews, Johns Hopkins University Press, 1990. ISBN 0-8018-4063-5.</ref>. Nella "autobiografia" la figlia [[Élisabeth Gille]]<ref>http://fr.wikipedia.org/wiki/%C3%89lisabeth_Gille</ref> immagina che sua madre, durante l'occupazione nazista, si penta dei propri ritratti al vetriolo di ebrei odiosi, in David Golder, e le fa dire: "Mi prende a volte una specie di vertigine, giacché mi pento di aver scritto quel libro. Mi chiedo se per condannare l'ambiente sociale da cui provenivo e che ho odiato così tanto, non abbia fornito ulteriori munizioni agli antisemiti. Temo di aver dato prova di leggerezza e di una volubilità suicida"<ref>([[Le Mirador]] 195)</ref>. D'altronde la stessa Némirovsky, in un'intervista (vera), rilasciata nel '35 ha detto: "Sono assolutamente certa che se Hitler fosse già stato al potere, avrei notevolmente ammorbidito David Golder. Ma penso che sarebbe stato sbagliato farlo, che sarebbe stata una debolezza indegna di un vero scrittore"<ref>(Citato in Auscher 670)</ref>.
 
==Adattamenti cinematografici==