Angelotto Fosco: differenze tra le versioni

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Una delle prime preoccupazioni del nuovo pontefice Martino V fu quella di ristabilire la sede papale a Roma e di ricostruire lo stato pontificio. Per tale motivo nell’agosto del 1418, il papa inviò il nipote Antonio Colonna a Napoli, latore di una bolla di “amicizia” con la quale prometteva di riconoscere alla regina Giovanna i suoi diritti sul regno di Napoli a suggello di una reciproca politica di sostegno. Il 24 gennaio 1419, la regina Giovanna II ottenne l'investitura papale. Il papa ottenne così da Giovanna II la restituzione di Benevento alla Santa Sede e l’investitura dei ducati di Amalfi, di Venosa e la promessa del principato di Salerno per il fratello Giordano. Il 3 agosto 1419, Giovanna II, tenendo fede alla promessa fatta, conferì a Giordano Colonna, fratello del pontefice Martino V, i ducati di Amalfi, Castellammare di Stabia, Venosa e tutti i diritti sulla città de’ La Cava, mentre furono pro parte assegnati all’altro fratello Lorenzo Onofrio (padre di Antonio) ed al vescovo di Anagni Angelotto de Fuschis tutti i diritti sul castrum civitatis [[Cava de' Tirreni|Cavae]].
Agli inizi del 1424, Angelotto fu in missione speciale presso il concilio che si era spostato da Pavia a Siena, mentre nel 1425, su incarico del papa, si adoperò per la pacificazione dei disordini nella provincia di Campagna e Marittima.
Il 22 maggio 1426, improvvisamente, il de Fuschis nominato Abate dell'[[Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni|Abbazia della Santissima Trinità de' La Cava]] e vescovo della [[Cava de' Tirreni|Città de' La Cava]]. Il de Fuschis perse così ogni speranza per una più alta carica all’interno della curia. Nuovi equilibri vennero a crearsi all’interno della curia romana ed il simultaneo trasferimento del de Fuschis alla diocesi della città de’ La Cava sembrò più una compensazione che un allontanamento dalla curia, visto che La Cava rendeva il triplo delle entrate della diocesi di Anagni. Il 1 luglio 1426 fu lo stesso papa Martino V a preannunciare, con ben sei lettere di presentazione, ai monaci benedettini, al clero ed al popolo cavense l’arrivo del nuovo abate e vescovo, Angelotto de Fuschis.<ref>Massimo Buchicchio, ''Reverendissimi in Christo Patres et Domini Cardinali commendatari de la abbazia de la Sanctissima trinità et Episcopi de la cità de La Cava''. Cava de' Tirreni 2011</ref>.
Lontano da Roma,il de Fuschis riuscì a tenersi fuori dalle successive vicende che videro intrecciarsi gli interessi della famiglia Colonna con le finanze pontificie.
Il 20 febbraio del 1431 morì Martino V mentre era appena cominciato il concilio di Basilea. Il 3 marzo venne eletto al soglio pontificio Gabriele Condulmer che assunse il nome di Eugenio IV.</ref>.
Fu creato [[cardinale]] presbitero da nuovo [[papa Eugenio IV]] nel [[concistoro]] del [[19 settembre]] [[1431]] con il titolo cardinalizio di [[San Marco (titolo cardinalizio)|San Marco]].
 
Dopo la nomina, il de Fuschis lasciò La Cava senza però rinunciare alle rendite della diocesi e dell’abbazia della Santissima Trinità che ritenne in commenda, dando così inizio alla serie degli abati insigniti della porpora cardinalizia che, per gli alti incarichi ricoperti nell’ambito della curia romana, risiedevano stabilmente fuori dalla sede abbaziale cavense.</ref>.
 
 
Fu legato papale al [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|concilio di Basilea e poi a Ferrara]]. Nel [[1437]] era [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]] del collegio dei cardinali.
 
 
 
Fu ucciso da Antonello della Rocca, figlio della sua cameriera, il [[12 settembre]] [[1444]] nella sua casa di [[Roma]] mentre dormiva. Fu sepolto nella [[basilica di Santa Maria sopra Minerva]], e nel [[1676]] le sue spoglie furono trasferite nella basilica laterana.