Angelotto Fosco: differenze tra le versioni

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Angelotto de Fuschis (Fosco, Foschi, Fusco) di origini modeste, nacque presumibilmente a Roma nel 1378. Fu ''« uomo di insigne letterature »'', e comparve per la prima volta nelle cronache il [[10 aprile]] [[1408]] quando, è ricordato come canonico della [[basilica di San Giovanni in Laterano]], abbreviatore e scrittore apostolico a Lucca, dove in quel periodo risiedeva la curia romana.
 
Il [[6 giugno]] [[1409]] il de Fuschis si trasferì a [[Cividale del Friuli|Cividale]] per seguire i lavori del concilio dell’obbedienza romana aperto dal papa [[Gregorio XII]]. Il concilio friulano, svoltosi in condizioni particolarmente difficili, si rivelò un sostanziale fallimento, dopo che a Pisa la cosiddetta [[Concilio di Pisa|''obbedienza pisana'']] il giorno prima aveva deposto sia il papa [[Gregorio XII]] che l’[[antipapa Benedetto XIII]] ([[Scisma d'Occidente]]) dichiarandoli scismatici ed eretici notori.
 
l’L’[[antipapa Alessandro V]], Pietro Filargis, eletto dal [[Concilio di Pisa|''concilio pisano'']], privò il papa [[Gregorio XII]] di ogni beneficio. Per opporsi a questo progetto l'[[antipapa Benedetto XIII]] aveva convocato nel novembre 1408 un suo concilio a [[Perpignano]], Ben tre concili furono in quel periodo convocati da tre autorità diverse.
 
La situazione precipitò rapidamente a tal punto che nella notte tra il 5 ed il 6 settembre Angelotto de Fuschis ed il [[papa Gregorio XII]] dovettero abbandonare nascostamente Cividale, costretti a fuggire sotto mentite spoglie. Dopo aver rischiato di cadere nelle mani di alcuni armati di Udine, il de Fuschis giungeva con il papa a Latisana, da dove poi si recava via mare a Pescara e proseguiva via terra per Sulmona, giungendo a fine novembre 1409 a Gaeta dove furono ospitati e protetti dal re di Napoli [[Ladislao I di Napoli|Ladislao d’Angiò-Durazzo]].
Fu proprio da Gaeta che il de Fuschis, iniziò una rapida carriera all’interno della curia di ''obbedienza romana'' divenendone nel 1410 membro della camera apostolica e poi nell’anno successivo accolito e cubiculario, mentre per il papa Gregorio la permanenza a Gaeta si veniva configurando come una sorta di prigionia . Il sostegno che gli assicurava il [[Ladislao I di Napoli|re Ladislao]] aveva una precisa ragione politica che cessò con il modificarsi degli equilibri.