Quattro tempora: differenze tra le versioni
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Ad ogni singola stagione corrisponde uno solo dei suddetti quattro distinti gruppi di giorni, e ciascuna delle Quattro tempora si compone dei medesimi giorni, ossia il mercoledì, venerdì e sabato di una stessa settimana. Le tempora d'inverno cadono fra la terza e la quarta domenica di [[Avvento]], le tempora di primavera cadono fra la prima e la seconda domenica di [[Quaresima]], le tempora d'estate cadono fra [[Pentecoste]] e la [[solennità della Santissima Trinità]] e le tempora d'autunno cadono fra la III e la IV domenica di settembre, cioè dopo l'[[Esaltazione della Santa Croce]], il [[14 settembre]]. In ragione dei tempi liturgici in cui vengono celebrate, le tempora d'inverno sono anche chiamate Tempora d'Avvento e le tempora di primavera sono anche chiamate Tempora di Quaresima. In ragione della Solennità che li precede, le Tempora d'estate sono anche chiamate Tempora di Pentecoste, residuo nominale dell'antica Ottava di Pentecoste. Infine, in ragione del mese in cui sempre cadono, le Tempora d'autunno sono anche chiamate Tempora di settembre.
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*i grappoli d'uva in autunno.
==Quattro tempora nelle due forme del rito romano ==
Le Quattro Tempora esistono in tutte e due le forme del rito romano ma in modo diverso:<ref>Dal n.3 del capitolo primo del Commento alla riforma dell'Anno liturgico e del nuovo Calendario a cura del ''Consilium ad exquendam Sacram Liturgiam''</ref><ref>Nn. 1814- 1818 del ''Benedizionale'' in lingua italiana</ref>
* ''forma extra-ordinaria'': fanno, infatti, parte dell'[[anno liturgico]] romano nella forma [[Messa tridentina|extra-ordinaria]] come disciplinato dal [[calendario romano generale]].
* ''forma ordinaria'': non fanno parte dell'[[anno liturgico]] romano, come disciplinato dal [[calendario romano generale]]. Questo a seguito della riforma liturgica [[post-conciliare|Concilio Vaticano II]], che decise di togliere la liturgia delle Quattro Tempora dal [[Temporale (liturgia)|Temporale]] e di inserirla tra le celebrazioni votive in quanto la loro celebrazione fu demandata alla valutazione delle Conferenze episcopali, raccomandando caldamente alle stesse la ricerca del modo adatto di osservarne l'officiatura.
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Questi periodi di [[digiuno ecclesiastico|digiuno]] non appaiono nelle prime registrazioni cristiane: per la prima volta sono menzionati negli scritti di [[san Filastrio]], [[diocesi di Brescia|vescovo di Brescia]] (morto nel [[387]]) (''De haeres.'', 119). Egli le pone in relazione con le maggiori feste cristiane.
L'osservanza cristiana delle Quattro Tempora (di probabile derivazione celtica) trae origine da un'ordinanza ecclesiastica di [[Roma]], diffusasi poi al resto della Chiesa d'Occidente. Erano conosciute come ''ieiunium vernum, aestivum, autumnale et hiemale'', (digiuno di primavera, d'estate, di autunno e d'inverno) così che, per citare le parole di [[papa Leone I]] ([[440]] - [[461]]) la legge dell'[[astinenza dalle carni|astinenza]] potesse esser applicata ad ogni stagione dell'anno. Ai tempi di Leone I, il mercoledì, il venerdì e il sabato erano già giorni di speciale osservanza. Tre di questi periodi erano digiuni preparatorii per le tre maggiori festività ([[Natività]], [[Pasqua]] e [[Pentecoste]], era pertanto necessario aggiungerne un quarto
Da Roma le Tempora si diffusero gradualmente in tutto l'Occidente. Né la [[Gallia]] né la [[Spagna]] le ebbero molto prima dell'[[VIII secolo]].
In [[Britannia]]
Nella [[Chiesa ortodossa]], le Tempora non sono mai state osservate.
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