Santuario di Nostra Signora del Santissimo Nome di Maria: differenze tra le versioni

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La data della reale edificazione o i motivi che portarono a tale scelta sono ancora oggi sconosciute. Secondo una tramandata leggenda locale nei pressi dell'attuale santuario trovò scampo un certo Macciò che durante il viaggio tra [[Masone]] e [[Voltri]] fu assalito da alcuni briganti. La leggenda racconta che l'uomo riuscì a nascondersi tra i cespugli promettendo che, se si fosse salvato da ormai morte certa, avrebbe collocato sul posto un'immagine sacra.
 
La prima citazione ufficiale del santuario risale in un documento del [[1633]], ma sarà dopo la terribile [[pestilenza]] del [[1656]]-[[1657]] - che colpirà numerosi borghi e villaggi della [[Liguria]] - che la popolazione si riavvicinò al primitivo edificio che fu riedificato ad opera della locale Arciconfraternita Natività di Maria SS. e San Carlo]]. Secondo i racconti dell'epoca Masone fu risparmiata dai gravosi danni della peste e per celebrare tale avvenimento - ritenuto dagli abitanti miracoloso - ogni anno il [[2 luglio]] la popolazione si reca in pellegrinaggio alla Cappelletta.
 
Il santuario e la piccola frazione omonima (Cappelletta di Masone) distano circa 2 km, di stretta strada comunale, dal "Paese Vecchio" e sono posti a 642 m s.l.m. su un ampio dorso collinare che digrada dal crinale principale dell'[[Appennino ligure]]. La Cappelletta di Masone è attraversata dallo storico percorso ("[[Via del sale]]") che collegava Voltri all'[[Ovada|Ovadese]], attraverso il Colle del Giovo (676 m s.l.m), oggi più noto come "Giovo di Masone".