Castel Trosino: differenze tra le versioni

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{{quote|''Castel Trosino sembra davvero impersonare la figura del gendarme, a controllo di antichi percorsi stradali di particolare importanza.''|<small>da "Rocche e Castelli dell'ascolano" di Bernardo Carfagna</small>}}
 
'''Castel Trosino''' (''Castieltërësì''<ref>Giuseppe Marinelli, op. cit., pag. 81.</ref> in [[dialetto ascolano]]) è una [[frazione geografica|frazione]] del comune di [[Ascoli Piceno]].
 
==Geografia fisica==
===Territorio===
Il piccolo [[borgo (geografia)|borgo]] si trova a pochi chilometri da Ascoli ed è raggiungibile seguendo la strada che, dopo il ponte di Porta Cartara, supera ed oltrepassa l'incasato di Borgo Cartaro.
 
Il castello sorge sulla sommità della [[rupe]] di [[travertino]] costituita da un unico grosso masso che si distaccò dalle propaggini di [[Colle San Marco]] in tempi lontanissimi.<ref>Giuseppe Marinelli, op. cit., pag. 80.</ref>
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==Cenni storici==
Le fonti documentali non consentono di conoscere l'esatta epoca in cui vi furono i primi insediamenti umani in questo luogo. In [[epoca romana]] il sito era conosciuto per le acque termali che attraverso canalizzazioni raggiungevano la città di Ascoli.
 
Castel Trosino, secondo quanto riportato da [[Francesco Antonio Marcucci]], nacque come punto di avvistamento e scoperta e fu qui costruito per sfruttare la facile difendibilità del luogo. Insieme a [[Castel Manfrino]], l'ex convento di San Giorgio di [[Rosara (Ascoli Piceno)|Rosara]] e la [[Rocca di Montecalvo]] rappresentò una delle postazioni integranti del sistema difensivo della contea Ascolana voluta da [[Carlo Magno]].
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===Toponimo===
L'origine del [[toponimo]] del borgo è controversa, alcuni asseriscono che la denominazione derivi da ''Trans Suinum'', altri, come Raffaele Elia, da ''Castrum Transuinum'', dove ''Suinum'' è considerato l'antico nome del torrente Castellano che Lattanzi definisce col nome di ''Helvinum''. Antonio Rodilossi sostiene che l'origine del toponimo possa essere trovata nelle parole ''tres sinus'', idonee ad identificare un luogo costruito su ''tre spaccature'' del terreno.
 
Giulio Amadio invalida tutte queste affermazioni poiché sostiene che non vi è alcuna certezza che il torrente si chiamasse ''Suinum'', che la definizione di ''Transuinum'' sarebbe valida solo per chi si trova sull'altra sponda del fiume, ma non per chi si trova dalla parte del borgo e che l'incasato del paese non sorge tra spaccature o insenature, ma è situato in posizione elevata. L'autore trova fondamento al significato del toponimo castrense nella denominazione che è riportata nei Catasti ascolani dell'anno [[1381]] in cui si leggono forme diverse, ma affini, del nome di Castel Trosino quali: ''(territorium) Castri Trisini'' e ''Castri Trusini''. Egli deduce che ''Trusini'' e ''Trosini'' siano forme corrotte dell'originale ''Trisini''. ''Trisino'' deriverebbe a sua volta da ''Tersinio'', nome personale romano, che ha dato origine al toponimo di altre località come [[Trissino]] in provincia di [[Vicenza]], nel [[Veneto]].
 
Durante l'età medievale il nome del borgo era ''Castrum Trusei'', di ciò riferisce Giannino Gagliardi ed afferma che ''Trusei'' deriva da ''Truseus'', in italiano ''Troseo'', nome personale piuttosto diffuso al tempo e frequentemente riportato negli atti dell'Archivio di Sant'Angelo. Nel [[XVI secolo]] ''Truseus'' da nome proprio fu mutato nell'aggettivo ''Truseum'' e la denominazione del borgo divenne ''Castel Truseum'' che in seguito si trasformò in Castel Trosino.
 
Lo storico Secondo Balena intuisce la derivazione di Castel Trosino dalle forme verbali in uso nel dialetto degli abitanti. Questa interpretazione ricondurrebbe al nome di ''Castel Rosino'' in considerazione che la rocca fortificata è dominata della montagna di Rosara. Nel modo di parlare quotidiano è stata aggiunta una ''T'' davanti al ''Ros'' di ''Rosino'' facendolo divenire ''Castel (T)rosino''.<ref>Secondo Balena, op. cit. pag. 156 - L'autore aggiunge, a sostegno della sua ipotesi, l'esempio di come la parola italiana [[rosmarinus officinalis|rosmarino]] in dialetto locale si dica ''trësëmarì''.</ref>
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===La sorgente dell'acqua salmacina===
Sotto l'altura cui sorge il borgo sgorga e si getta nel Castellano, tingendolo di verde, la sorgente dell'acqua salmacina, alcalina e diuretica, nota fin dall'antichità per le sue qualità terapeutiche.
 
Di essa riferiscono [[Andrea Bacci]] e [[Sebastiano Andreantonelli]] ricordando che in epoca romana furono costruite le condutture che la convogliavano fino nella città di Ascoli per alimentare le Terme del Lago. L'impianto si trovava dove ora si eleva la [[Chiesa di Santa Maria del Lago (Ascoli Piceno)|chiesa di Santa Maria del Lago]] accorpata alla [[Forte Malatesta|fortezza malatestiana]].
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==Siti archeologici==
===La necropoli longobarda===
Nell'anno [[1893]], fu scoperta l'enorme [[necropoli]] [[Longobardi|longobarda]], scavata da [[Raniero Mengarelli]], che contò il rinvenimento di oltre 260 tombe, di cui 92 non corredate da alcun oggetto e la maggior parte delle altre restituiva il proprio corredo funerario costituito da materiale di modesto valore. In 34 tombe sono state rinvenute preziose manifatture realizzate in vetro, [[oro]] ed [[argento]].
 
La definizione di ''Tesoro dei Longobardi'' nasce proprio dal pregio delle lavorazioni e dall'elevato interesse archeologico e storico dei reperti, alcuni dei quali di particolare valore, decisamente superiore alla media di quelli rinvenuti in altre tombe longobarde in [[Italia]].
 
Già Giuseppe Colucci, nel volume XXI delle “Antichità Picene”, narrava di “ritrovamenti di oggetti preziosi” avvenuti tra il [[1765]] e il [[1782]], più di cento anni prima della scoperta della necropoli.
 
La venuta alla luce di questo giacimento sepolcrale fu casuale. L'allora parroco di Castel Trosino, don Emidio Amadio, dette incarico ad un uomo di sua fiducia, Salvatore Pignoloni, di preparare un terreno, in contrada Santo Stefano, per la piantumazione di un [[vigneto]].
 
Già Giuseppe Colucci, nel volume XXI delle “Antichità Picene”, narrava di “ritrovamenti di oggetti preziosi” avvenuti tra il [[1765]] e il [[1782]], più di cento anni prima della scoperta della necropoli.
La venuta alla luce di questo giacimento sepolcrale fu casuale. L'allora parroco di Castel Trosino, don Emidio Amadio, dette incarico ad un uomo di sua fiducia, Salvatore Pignoloni, di preparare un terreno, in contrada Santo Stefano, per la piantumazione di un [[vigneto]].
L'attività di dissodare il campo fece affiorare i primi oggetti che decoravano uno [[Scheletro (anatomia)|scheletro]] inumato in una [[tomba]] a fossa. Continuando a scavare furono dissotterrate innumerevoli sepolture. Su impulso di Giulio Gabrielli, ingegnere ascolano, che notificò alle autorità statali preposte il ritrovamento, l'ingegner Mengarelli e il professor Brizio coordinarono i lavori di scavo in modo scientifico.
 
I rinvenimenti della necropoli si possono catalogare in più periodi. Vi sono tombe del [[VII secolo]], di cui è difficile comprendere le diverse appartenenze culturali della [[popolazione]]. Vi sono quelle della fase che risale alla seconda metà del [[VI secolo]] nelle quali il corredo funerario ritrovato è di semplice consistenza ed include piccoli vasi di vetro o [[terracotta]] e qualche oggetto ornamentale. Poi, vi sono le sepolture del periodo che si computa a partire dalla fine del [[V secolo]], nelle sepolture sia maschili, sia femminili sono stati rinvenuti oggetti di valore, come: armi, monili e gioielli, [[elmo|elmi]], [[corazza|corazze]], [[lancia (arma)|lance]], [[scudo (difesa)|scudi]], [[freccia|frecce]], [[fibula (spilla)|fibule]], [[collana|collane]], [[orecchino|orecchini]], pissidi ed [[amuleto|amuleti]].
 
Quasi tutto il materiale rinvenuto fu trasportato ad [[Ancona]]. Attualmente alcuni pezzi provenienti da Castel Trosino sono esposti presso il [[Museo nazionale dell'Alto Medioevo|Museo dell'Alto Medioevo]] di [[Roma]], altri al [[Metropolitan Museum of Art]] di [[New York]] ed altri ancora al [[Musée d'Archéologie Nationale]] a [[Saint-Germain-en-Laye|Saint Germain en Laye]] in [[Francia]]. La maggior parte del tesoro castrense si trova conservata ed esposta ad Ascoli Piceno all'interno del locale [[Museo dell'Alto Medioevo (Ascoli Piceno)|museo dell'Alto Medioevo]].
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*[[Rosara (Ascoli Piceno)|Rosara]]
*[[Castel Manfrino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Castel Trosino}}
 
==Collegamenti esterni==
{{commonscat|Castel Trosino}}
*[http://www.ceacasteltrosino.it/04_storia.htm Storia di Castel Trosino]
*[http://picasaweb.google.it/casteltrosino/CastelTrosino# immagini di Castel Trosino]