Giacomo da Viterbo: differenze tra le versioni

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==Il ''De regimine christiano'' e le altre opere==
L'opera più significativa di Giacomo è sicuramente il ''De regimine christiano'' - dedicato a [[papa Bonifacio VIII]] e terminato presumibilmente nel [[1303]] - in cui il religioso viterbese approfondisce i temi, estremamente rilevanti in quegli anni, del papato, inteso come ''teocrazia'', e del potere temporale della [[chiesa cattolica|Chiesa]]. In questo lavoro Giacomo, partendo da considerazioni di stampo prettamente agostiniano, ritiene che il potere temporale abbia un fondamento naturale, perfezionato dall'opera della Chiesa. Questo scritto ha suscitato nei secoli l'interesse di molti teologi e studiosi, anche perché è comunemente considerato il primo trattato sistematico sulla [[chiesa cattolica|Chiesa]]<ref>Lo precisa puntualmente l'articolo di Bruno Silvestrini,O.S.A., su ''SantieBeati'' on-line (v.Collegamenti esterni).</ref>; ve ne sono attualmente diverse traduzioni in varie lingue: in italiano la più recente è quella del [[1993]], a cura di A. Rizzacasa e G. B. Marcoaldi, che ha il significativo titolo de ''Il Governo della Chiesa''. Tra le altre opere di Giacomo tradotte e pubblicate vanno ricordati due lavori squisitamente teologici, le ''Quaestiones disputatae de praedicamentis in divinis'', collocabili tra il [[1293]] ed il [[1295]] e pubblicate dall'Ypma, che sono ritenute di grande interesse da parte degli studiosi<ref>Si veda in proposito quello che scrive sulle ''Quaestiones'' il Mariani (op.cit.).</ref>, e la ''Summa de peccatorum distinctione'', scritta tra il [[1300]] ed il [[1306]] ed edita dall'Ambrasi. Esistono tuttora numerosi manoscritti di questo teologo agostiniano che non sono stati tradotti integralmente.
 
==Note==