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Con il termine '''incasalamento''' si intende il fenomeno di creazione di aziende agricole (dette "casali") nella [[Campagna romana]], che ebbe luogo tra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIV secolo]] ed ebbe come principali attori le ''éliteélites'' ecclesiastiche, aristocratiche e mercantili romane.
 
==OrigineStoria==
Il termine venne coniato da [[Jean Coste]]<ref>Jean Coste, ''Scritti di topografia medievale'', Roma 1996</ref> per analogia con quello di [[incastellamento]] ideato da [[Pierre Toubert]]: nella [[Campagna romana]] infatti i due fenomeni si svilupparono contemporaneamente e in ritardo rispetto ai tempi previsti dall'incastellamento toubertiano.
 
Studi più recenti da parte di Carocci e Vendittelli<ref>Sandro Carocci, Marco Vendittelli, ''L'origine della Campagna Romana'', Roma 2004</ref> hanno potuto precisare meglio i contorni dei due fenomeni, identificando in primo luogo come "Campagna romana" quella grande fascia attorno alla città estesa per circa 18-20 km (ma anche 30 nella zona costiera) in cui, per l'appunto, all'inizio del [[XII secolo]] erano presenti pochissimi [[Castello|castelli]] fondati tra [[IX secolo|IX]] e inizio [[XII secolo]] (come previsto appunto da Toubert per il Lazio meridionale); questa area fu invece interessata nei secoli seguenti da una intensa creazione di castelli (o ''castra'', secondo la dizione latina) e ''casali'' con caratteri diversi riassumibili in tre fasce concentriche:
* una prima fascia, appena esterna a quella di vigne ed orti attorno alle [[Mura aureliane]], caratterizzata da 6-8 km esclusivamente di casali;
* una seconda fascia, di 4-6 km, caratterizzata da casali e dai castelli più vicini a [[Roma]];
* una terza fascia, che arrivava fino ai confini della Campagna romana, con prevalente presenza di ''castra''.
 
 
La fondazione nella Campagna Romana di ''castra'' (o castelli) e di casali ebbe luogo per iniziativa delle ''élites'' ecclesiastiche, aristocratiche e mercantili romane; mentre però alla creazione dei castelli partecipò anche l'[[Famiglie baronali romane|aristocrazia baronale romana]] (la stessa che divenne praticamente egemone nell'area più lontana dalla città), nella creazione dei casali ebbero maggior importanza i grandi enti ecclesiastici romani (proprietari di molte terre del [[suburbio]]) e l'aristocrazia cittadina e mercantile spesso attiva anche nel [[Roma_medievale#La_rinascita_del_Senato|Senato capitolino]].
 
Nella concezione tradizionale, la Campagna Romana era caratterizzata da un prevalente spopolamento e dalla destinazione a colture estensive come i [[cereali]] e al [[pascolo]], immagine divenuta celebre nei quadri del [[Grand Tour]].
In realtà nello sviluppo del fenomeno dell'incasalamento bisogna distinguere due fasi: quella originaria (l'incasalamento vero e proprio) tra la fine del [[XII secolo]] e l'inizio del [[XIV secolo|XIV]] ed un'altra, che si può definire più propriamente di "gestione per casali" a partire dalla metà del [[XIV secolo]].
La seconda fase, meglio conosciuta della prima grazie alla più abbondante documentazione delle fonti scritte, era effettivamente caratterizzata da una gestione latifondistica, dalla prevalente destinazione a pascolo e all'agricoltura estensiva e dal quasi totale spopolamento ed abbandono delle campagne, condizione dovuta anche alla conversione in casali abbandonati di tutte le forme di insediamento presenti nella Campagna Romana (sia casali che castelli) in seguito alla grande [[Peste nera]] della metà del Trecento.
 
La prima fase, al contrario della prima, fu una fase di maggiore vitalità delle campagne (e di [[Roma]], da cui dipendevano), caratterizzata dalla creazione di aziende agricole fortificate, nelle quali risiedeva una piccola popolazione stabile e in cui si svolgevano anche lavorazioni non stagionali ma perpetue, come coltivazioni intensive (orti, alberi da frutto), allevamento di animali ed altre attività produttive, come ad esempio [[Mulino|mulini]].
 
==Note==