Stanze per la giostra: differenze tra le versioni

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Le '''''Stanze de messer Angelo Politiano cominciate per la giostra del magnifico Giuliano di Pietro de Medici''''', meglio note come '''''Stanze per la giostra''''', sono un'opera in [[lingua volgare]] del [[:Categoria:Poeti italiani|poeta italiano]] [[Angelo Poliziano]] ([[1454]]-[[1494]]).
 
==Genesi dell'opera==
giallucaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa te do un cazzotto te scombussolo tutta la psciche cazzooooooooooooooooooo
L'opera, un poemetto in [[ottava rima|ottave]], fu composta per celebrare la vittoria riportata da [[Giuliano de' Medici]] in un torneo tenutosi il [[29 gennaio]] [[1475]] a [[Firenze]], nella piazza di [[Basilica di Santa Croce|Santa Croce]]; il torneo era stato organizzato dal signore di Firenze, [[Lorenzo de' Medici|Lorenzo il Magnifico]], fratello di Giuliano, per celebrare l'accordo di pace tra le potenze italiane stretto nel [[1474]] grazie all'azione del Magnifico. Il poemetto, la cui realizzazione iniziò nello stesso anno 1475, consta di due libri: il primo di centoventicinque ottave, il secondo di sole quarantasei; la composizione fu infatti interrotta, con tutta probabilità, a causa della morte di Giuliano e del ferimento di Lorenzo nella sollevazione seguita alla [[congiura dei Pazzi]], il [[26 aprile]] [[1478]].<ref name="Barberi_61">{{cita|Bàrberi Squarotti|p. 61.|Barberi}}</ref>
 
[[File:Angelo Poliziano.JPG|thumb|right|200px|[[Angelo Poliziano]]]]
 
Nella stesura delle ''Stanze'', Poliziano si ispirò a un'opera di [[Luigi Pulci]], che era stato autore, nel [[1469]], di un testo analogo volto all'esaltazione di Lorenzo il Magnifico. Poliziano scelse di scrivere in lingua volgare, adoperando come strofa l'ottava (o stanza), già adoperata da [[Giovanni Boccaccio]] nel [[Filostrato (Boccaccio)|Filostrato]]. Accanto al tema encomiastico dell'elogio di Giuliano, l'opera racconta anche l'[[amore platonico]] di Giuliano per una donna fiorentina, [[Simonetta Vespucci|Simonetta Cattaneo]], sposa di Marco di Piero Vespucci. Il disegno dell'opera dovette però essere modificato nel [[1476]] a causa della morte improvvisa di Simonetta, avvenuta il 26 aprile.<ref name="Barberi_61" />
 
Le ''Stanze'' furono pubblicate per la prima volta nel [[1484]] nella raccolta ''Cose vulgare del Poliziano'';<ref name="Asor Rosa_412" /> resta di fondamentale importanza l'edizione di [[Aldo Manuzio]] del [[1498]]. Nel corso del [[XVI secolo]], le ''Stanze'' furono spesso manomesse, secondo il gusto del tempo, da coloro che volevano eliminarne la venatura popolare caratteristica dello stile comunque raffinatissimo di Poliziano. Solo nel [[1863]], grazie all'impegno di [[Giosuè Carducci]], vide la luce una nuova edizione filologicamente accurata, dove le ''Stanze'' furono ripresentate nella loro versione originale, epurata dalle interpolazioni e dalle modifiche cinquecentesche.<ref name="Barberi_61" />
 
I pregi dell'opera, piuttosto che nella trama, particolarmente esile, sono nel significato stesso dell'operazione letteraria compiuta da Poliziano nelle ''Stanze'':<ref name="Asor Rosa_412">{{cita|Asor Rosa|p. 412.|Asor Rosa}}</ref>
{{quote|Siamo di fronte, né più né meno, al travestimento classicheggiante della contemporaneità. [...] Il culto dell'antico è in questa età talmente forte da indurre letterati e poeti a proiettare le vicende contemporanee su questi fondali scenici anche un po' ingenuamente artificiosi e, in un certo senso, ad allegorizzare il presente, non più però alla maniera di [[Dante Alighieri|Dante]], bensì utilizzando il bagaglio mitologico della civiltà classica: Giuliano è Iulo, Simonetta una ninfa, Amore e Venere gli dei ''ex machina'' della vicenda. Tutto ciò, beninteso, con la leggerezza elegante, e scarsamente impegnativa, propria di una mentalità ben consapevole di sé e della natura fondamentalmente letteraria di tale operazione. Qualcosa di simile veniva compiendo nelle arti figurative un pittore come Sandro Botticelli, quasi coetaneo di Poliziano.|{{cita libro|cognome=Asor Rosa|nome=Alberto|wkautore=Alberto Asor Rosa|titolo=Storia europea della letteratura italiana. Vol. I - Le origini e il Rinascimento|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009|pagine=P. 413.}}}}
 
==Trama==