Nodo gordiano: differenze tra le versioni

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La previsione fu interpretata anche mediante un segno degli dei, attraverso un'aquila atterrata sul carro stesso. Secondo lo storico [[Arriano]], il figlio adottivo di Gordio, [[Mida]] (il noto re che trasformava in oro tutto ciò che toccava), dedicò il sacro carro del padre <ref> ''[[Anabasis Alexandri]]'' (Αλεξάνδρου Ανάβασις), ii.3): "{{polytonic|καὶ τὴν ἅμαξαν τοῦ πατρὸς ἐν τῇ ἄκρᾳ ἀναθεῖναι χαριστήρια τῷ Διὶ τῷ βασιλεῖ ἐπὶ τοῦ ἀετοῦ τῇ πομπῇ.}}": "''...ed egli offrì il carro di suo padre quale dono al re [[Zeus]] quale ringraziamento dell'aver inviato l'aquila''".</ref> alla divinità frigia [[Sabazio]] (che i [[antica Grecia|Greci]] identificavano con [[Zeus]]).
 
Il carro quindi, fu legato permanentemente ad un palo, assicurandone la stanga con un intricato [[nodo (corda)|nodo]] di robusta corda in [[corteccia (botanica)|corteccia]] di [[Cornus mas|corniolo]] (''[[Cornus mas]]''), rimanendo così il saldo simbolo del potere regale e politico dei successivi re di [[Frigia]], ben legatosaldo nel tempio di [[Gordio (città)|Gordio]], fino a quando non vi giunse [[Alessandro Magno]] nel [[IV secolo a.C.]], epoca in cui la stessa [[Frigia]] fu ridotta a [[satrapia]] dell'[[impero persiano]].
 
La profezia oracolare volle che chi fosse stato in grado di sciogliere quel nodo, sarebbe diventato imperatore dell'[[Anatolia|Asia]] minore <ref>Il riferimento all'attuale [[Asia]] sarebbe [[anacronismo|anacronistico]], dal momento che all'epoca il termine "Asia" aveva una connotazione più ristretta, riferita alla sola [[Asia Minore]]: "nessuno, né tanto meno Alessandro, avrebbe osato affermare che, nel giro di otto anni, Asia avrebbe voluto dire l'[[Oxus]], l'attraversamento dell'[[Hindu Kush]] e una battaglia con gli [[elefanti da guerra]] di un [[rajah]] del nordovest dell'[[India]]" notava, a questo proposito, [[Robin Lane Fox]] nel suo ''Alexander the Great'', 1973, p. 151.</ref>.
 
Dopo l'inverno 332-333 a.C., l'esercito militare di [[Alessandro Magno]] in espansione dalla [[Licia]] verso l'entroterra, entrò prima a [[Sagalassos]] e infinepoi a Gordio. Qui, il condottiero provò a sciogliere il nodo ma, non riuscendovi, decise semplicemente di tagliarlo a metà con la spada, da cui ancor oggi si usa dire ''soluzione alessandrina'' per indicare la risoluzione di un problema intricato in modo netto, semplice, rapido, deciso.
 
Lo storico [[Plutarco]] mise comunque in discussione la pretesa secondo cui [[Alessandro Magno]] avrebbe tagliato il nodo con un colpo di spada, e riferisce che, secondo [[Aristobulo di Cassandra]],<ref>[[Plutarco]], ''[[Vite parallele|Vita di Alessandro]]'', [[fonte secondaria]], visto che il testo di Aristobulo è andato perduto.</ref> Alessandro lo avrebbe semplicemente sfilato dalla staffa. Ad ogni modo, Alessandro andò alla conquista dell'allora Asia conosciuta, fino al'[[Indo]] e all'[[Oxus]], facendo, così, avverare la [[profezia]].