Torre della Tonnara dell'Ursa: differenze tra le versioni

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'''{{Coord|38|11|27.67|N|13|07|23.00|E|display=title|type:landmark_region:IT}}'''
 
La '''Torre della Tonnara dell’Ursa''' è una torre di difesa costiera che faceva parte del sistema di [[Torri costiere della Sicilia]] quale sistema difensivo di avvistamento di naviglio [[Saraceni|saracenesaraceno]] . Infatti le coste mediterranee erano tormentate dai [[corsari barbareschi]], e dai [[corsari]] [[ottomani]] . Tanto più necessaria era la torre in quanto doveva difendere i frutti della pesca e della lavorazione del tonno dell’annessa tonnara.
 
==Toponimo e localizzazione geografica==
 
Il toponimo non ha niente a che fare con gli orsi, potrebbe essere una corruzione in siciliano del toponimo arabo “''marsah''”¸ che significa porto. Infatti è toponimo piuttosto ricorrente in Sicilia ed il cuie l'esempio più noto è [[Marsala]], “il porto di Allah”, ovvero, non essendo evidenti “in situ” rovine di un porto, e visti i bassi fondali, potrebbe derivare dal toponimo arabo “''ìrsa''” che significa più semplicemente, ancoraggio, attracco.
 
La torre si erge nella località di Fondo Orsa che si trova sulla punta estrema di una penisoletta bassa e rocciosa che verso est forma un‘ansa con una piccola baia dal basso fondale, in [[provincia di Palermo]] ricadendo nel territorio comunale di [[Cinisi]].
 
La tonnara e la torre sono raggiungibili seguendo una stradetta di servizio poco dopo lo svincolo Marina di Cinisi dell’autostrada Palermo – Mazzara del Vallo, ovvero seguendo la diramazione per [[Punta Raisi]] in direzione [[Aeroporto Falcone e Borsellino]] all’altezza dello svincolo di Villagrazia di Carini.
 
Non è in funzione, sin dal momento della sua virtuale inaugurazione, la fermata “Tonnara dell’Orsa”, della metropolitana Palermo – Aeroporto, benché essa sia perfettamente completa e funzionale. La strada interna che una volta collegava la torre con Cinisi, perciò ora si interrompe proprio all’altezza del posteggio auto al servizio della stazione della metropolitana,.
Proseguendo a piedi si può utilizzare un sottopassaggio pedonale al disotto dell’autostrada e raggiungere la torre ( attenzione !: d’inverno è spesso allagato ).
 
Tutto il complesso è di proprietà del Comune di Cinisi, che ne ha concesso provvisoriamente, alcuni ambienti alla sezione locale di [[Legambiente]] che può essere contattata per una eventuale visita guidata.
 
==Storia ed Architettura==
 
La torre ede il complesso della tonnara, nel 1401,<ref>Rocco Pirri,pag 1099</ref> erano di proprietà dell’ Abbaziadell’Abbazia di [[San Martino delle Scale]], che contestualmente era in possesso dell’intero feudo di Cinisi e della vicina Favarotta, alias attuale [[Terrasini]]:
“''…casale quoque Cinisi, Tynnarium Ursae, suis cum attinentiis nostro Gregoriano S. Martini Monasterio…''”.
 
Il Mangiapane,<ref>Mangiapane pag. 86 </ref> cita che nel 1344 un privilegio reale autorizzava l’Abbazia a “ calare“calare la tonnara” in contrada Fondo dell’Ursa, mentre ancora nel 1491 la Tonnara ede una taverna che in essa insisteva erano date in affitto ada un palermitano, certo Mattheo de la Chimia per un canone di 10 onze.
Nel 1569 per disposizione dell’Abbazia di San Martino fu costruita la torre, ede il complesso della tonnara divenne un [[baglio]] fortificato con due o tre [[dammuso|dammusi]], : “''… turram unam idamusatam cum duobus vel tribus dammusis...''”.<ref>Maurici, Vergara</ref>
 
Nel 1578 l’architetto reale [[Tiburzio Spannocchi]] nel corso della sua ricognizione la trovò del tutto compiuta, e suggerisce che si faccia “guardia continua”.
Suggerimento ripreso nel 1584 da [[ Camillo Camilliani]], e sempre nel 1584 la [[Deputazione del Regno di Sicilia]] decise di includerla tra quelle da essa amministrata, per garantire meglio la gestione militare.
Nel 1714<ref>Castellalfero</ref>, si cita che la torre era a guardia di un piccolo porto in cui un piccolo naviglio, del tipo [[feluca]], imbarcava formaggi e derrate agricole.
 
Nel 1804 la torre è citata in quanto i torrari risultano nella contabilità della Deputazione del Regno, in numero di due con tre cannoni e due fucili a schioppo con un salario di 17 onze l’anno. I cannoni erano sicuramente quelli poi citati dal Mangiapane<ref>Mangiapane pag 40 </ref> che testualmente riporta : “''… ub cinquant’anni addietro ( nel 1863 circa ? ) vi si vedevano ancora quattro cannoni. Uno di questi portava l’iscrizione : Magister Ioannes de Balo me fecit 1576. In un altro di detti pezzi, sotto l’effigie di San Benedetto vi era il motto : A vice tronitrui tui formidabunt 1618.'' “ .
 
Nel 1808 la tonnara era tenuta da un concessionario, certo Faro Saputo, mentre la funzione militare era sempre intestata alla Deputazione del Regno di Sicilia, tant’è che dal suo archivio risulta che nel 1811 la torre svolse efficacemente la sua funzione difendendo un naviglio americano , mentre i torrari di Torre Pozzillo furono denunciati ede arrestati per non avere difeso una imbarcazione degli USA. Infatti dopo le [[Guerre barbaresche]], ( [[Prima guerra barbaresca]] (1801-1805) e [[Seconda guerra barbaresca]] (1815 -1816) ), gli USA avevano concluso un trattato per il pagamento di tributi agli stati del Nord Africa, pratica che fu poi abbandonata dopo la seconda promossa dal Presidente USA, Madison, (1815, 24 settembre 1816), e che di fatto segnò l’inizio della fine della pirateria nel Mediterraneo. EdE indebolendo gli stati “barbareschi” li rese facile preda del colonialismo francese, spagnolo ede italiano.
 
Nel 1860 mentre la tonnara restava in proprietà del Comune di Cinisi, la torre passò al Demanio Militare e nel 1867 era ricompresa nell’elenco delle torri da dismettere.
 
Ancora nel 1902 il concessionario della tonnara era certo Giuseppe Serughetti, e nel 1907 certi Marsano e Tabl , ma la torre ormai non era più utilizzata.
Il complesso a poco a poco andò in rovina e solo durante la seconda guerra mondiale fu ripristinato per le esigenze della difesa costiera ede antiaerea. L’ edificioL’edificio della tonnara fu requisito ede adibito a caserma della piccola guarnigione, tant’è che il tenente della riserva Natale Leto, lodando i vasti ambienti, vi alloggiava con la moglie Sig.ra, Mary Vella .<ref>Leto</ref> Sul tetto della torre, che fu pesantemente superfetatosovradimensionato e risistemato in cemento armato, furono piazzate delle mitragliatrici antiaeree, mentre un bunker fu edificato negli immediatissimi pressi (tuttora esistente e ormai ridotto a latrina abusiva).
Nel dopoguerra il complesso fu abbandonato e dopo decenni di occupazione più o meno lecita, dal 1990 al 1992 la torre, e tutto il complesso della tonnara, furono restaurati ad opera dell’architetto, Pietro Giannola da Cinisi, con un intervento promosso dalla Soprintendenza di Palermo.
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La proposta poi, avanzata da alcuni studiosi in occasione di un convegno nell’ambito della manifestazione Salva l’Arte Sicilia nel luglio del 2006, promossa da [[Legambiente]], di farne un museo delle Torri Costiere della Sicilia, è caduta nel nulla per carenza di finanziamenti ed interesse da parte degli Enti deputati.
 
Il Comune di Cinisi in attesa di future destinazioni la concede in affitto temporaneo a cooperative giovanili, ede a qualche radio privata per spettacoli estivi e discoteca all’aperto, .
 
==Torri in collegamento visivo==
Era in collegamento con la [[Torre Pozzillo]] e la [[Torre di Isola delle Femmine detta di dentro (terraferma)]], ada est , e con la [[Torre Mulinazzo ]] ada ovest.