Il corvo e la volpe: differenze tra le versioni
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{{quote|Messer corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio: era proprio la sua passione e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d'occhio notò quel magnifico formaggio giallo. Subito pensò come rubarglielo.
"Salire sull'albero non posso" si disse la volpe, "perché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le ali… Qui bisogna giocare d'astuzia!".
- Che belle penne nere hai! - esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal corvo; - se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego!
Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto cra crà!, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, soggiungendo: "Se poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe proprio altro, per diventare re". <br /> MOrale: chi si compiace degli elogi altrui troppo adulatori, finisce col pentirsene vergognandosi.|Esopo, CLXV; Fedro, I, 13.|}}
[[File:Rousseau renard.jpg|right|thumb|156px|Tavola di Léon Rousseau dedicata alla favola, Museo La Fontaine]]
'''Il corvo e la volpe''' è una [[favola]] di [[Esopo]] (numero 124 nell'[[indice Perry]]) ripresa poi da [[Fedro]] e successivamente da [[Jean de la Fontaine]].
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